INDICE

Insegnamento 1: La Rinunzia e le Rinunzie
Insegnamento 2: La Prima Rinunzia
Insegnamento 3: La Presenza
Insegnamento 4: L'Espansione
Insegnamento 5: La Partecipazione
Insegnamento 6: La Partecipazione Redentrice
Insegnamento 7: La Rinunzia attraverso i Voti
Insegnamento 8: Il Silenzio dei Silenzi
Insegnamento 9: Fedeltà di Fedeltà
Insegnamento 10: Biffe di Fedeltà
Insegnamento 11: L'Obbedienza Intima
Insegnamento 12: La Reversibilità
Insegnamento 13: La Rinunzia Iniziatica
Insegnamento 14: La Rinunzia come l’Olocausto
Insegnamento 15: Il Sacerdozio Reale
Insegnamento 16: La Reversibilità Divina

 

Insegnamento 1: La Rinunzia e le Rinunzie

La Rinunzia è una, è Unione Sostanziale. Questo grande proposito che l'anima aspira trovare come metta dei suoi sforzi è una cima che bisogna scalare solo simbolicamente, perché l'Unione comincia a diventare evidente nell'anima dal momento che il suo desiderio di perfezione gli fa mettere il piede nel Sentiero.
Il Figlio, facendo la sua prima obblazione, negandosi qualcosa di sé, reggendosi come un valore contrario, si mette immediatamente in contatto diretto colla divinità che abita essenzialmente nell'anima e sorge per questo contatto, prendendo lì una posizione espansiva.
Ma l'anima che è predisposta a trasformare ogni valore spirituale in un risultato per le abitudini positive, sta dando sempre forma a tutte le sue possibilità. Per quel motivo si dice che l'anima solamente alla fine del Sentiero riuscirà l'Unione.
Questo non nega l'Unione immediata, bensì indica le tappe a percorrere affinché questa Unione sia permanente.
La Rinunzia è uno stato permanente; invece le rinunzie sono il cammino, le tappe di preparazione per la Rinunzia.
La Rinunzia è soprannaturale, è Essere. Essere è uno stato semplice ed oscuro; è sparizione nel centro dell'anima, è essere un'anima nella Gran Anima.
La Rinunzia è impersonalità vera, è perdita completa della propria volontà, è assenza di ogni desiderio proprio per rimanere nella Divina Volontà.
La Rinunzia è; quando uno è tutto, è una potenza in sé. Per quel motivo, Rinunziare ad ogni esteriorità non è non fare niente, bensì non mettere volontà personale in quello che si fa.
Quello che si fa non è di uno. Quello che importa non è quello che si fa ma che l’atto sia perfetto per la Rinunzia; allora l'atto è divino.
Invece le rinunzie sono il cammino, la preparazione per la Rinunzia.
Ogni lotta, ogni pensiero, ogni sentimento dell'uomo, traduce sempre una cosa definita e concreta, lo determina più in quello ch’è. Ancora quando il
individuo riceve mezzi negativi di realizzazione, subito egli li trasforma in elementi positivi di autoaffermazione, mettendo così una linea insormontabile tra lui ed il valore che vuole raggiungere.
È necessario non fare di uno e dei suoi mezzi un valore contrario, bensì investire il senso della lotta e conquista del bene affinché lo stato interiore negativo, non incorporando qualcosa ad uno stesso, lo disgreghi come composto.
La Rinunzia non può essere solamente un cammino mistico o un mezzo ascetico di realizzazione; deve essere vissuta, sperimentata, conosciuta esaustivamente per potere fare di lei uno stato integrale liberatore.
È necessario che acquisisca il carattere di scienza affinché non sia solo una cammino o un mezzo ascetico; e la scienza della Rinunzia comincia quando la sua ascetica si trasforma in tecnica, vale dire, quando l'esercizio della stessa raggiunge una perfezione matematica.
Non è necessario vincere una resistenza per rinunciare, ma si rinuncia sistematicamente. Questo fa dell'autoanalisi una vera conoscenza obiettiva e libera alla Rinunzia del quadro personale per fare della stessa un valore universale.
Solo la perfezione applicativa della tecnica della Rinunzia dà per risultato la scienza della Rinunzia.
La tecnica della Rinunzia, non costituendola in un valore positivo, fa della stessa uno stato abituale, dando come conseguenza una somma semplicità interiore.
La sua opera mistica è interiore per eccellenza e, attraverso quella immobilità, di quello fissaggio interiore, riesce una trascendenza negativa, completamente interiore, essenzialmente divina.
Quindi quell'opera, completamente interiore, ha una portata cosmica. Per quel motivo il messaggio di Rinunzia è un messaggio di vita, la vita divina stessa.

 

Insegnamento 2: La Prima Rinunzia

L'uomo vive inconsciamente centralizzato nel suo io personale.
La facoltà di ragionare, caratteristica dell'uomo ariano, fa in lui l'illusione di un mondo proprio mentale che considera distinto di quello degli altri. È orientato, dalla sua più tenera età, dentro certi stampi mentali ed a volere essere di un determinato modo, favorendo ancora più la sua predisposizione ancestrale di limitazione mentale.
Tanto si abitua a questi atteggiamenti, a queste forme di pensare e sentire che li considera inseparabili di suo ed ha paura di perderli, poiché esse gli concedono un'illusoria indipendenza e sicurezza.
La Rinunzia è il mezzo per superare questo stato parziale dell'essere.
Cafh dà al Figlio i mezzi per cominciare nella Rinunzia.
Il nome che l'essere porta è l'espressione modulata di suo io personale.
Pronunziando il suo nome civile quando emette il suo voto di entrata a Cafh, l’aspirante fissa e dissolve quello nome nel Corpo Mistico di Cafh, rimanendo purificato così nel fuoco di quell'alta vibrazione. Il Figlio è potenzialmente liberato per fissaggio e dissoluzione nel momento dell'entrata.
Per quello passo trascendentale e soprannaturale di offerta, il Figlio può differenziarsi immanentemente ed in certi momenti della sua individualità. Si differenzia dalla sua personalità col che prima era intimamente concorde, e riconosce tutte le sue limitazioni e la sua incapacità per condurre all'anima verso la perfezione. In questi momenti si Rinunzia intimamente all'inganno di considerarsi personalmente capace di essere e di fare, si entra nel sentiero che conduce alla sua più sincera umiltà, comincia il senso della Rinunzia come stato.
In questo stato le imperfezioni dell'anima e la sua inferiorità risaltano, potendo essere riconosciute. Rimangono anche perturbate le azioni, pensieri e sentimenti focalizzati sull'io personale, dando luogo a stati più espansivi dell'anima.
Questa trasformazione interiore del Figlio, prodotto delle sue prime rinunzie, è assolutamente imprescindibile per la corretta ricezione dell'Insegnamento e delle parole del suo Superiore.
In questa prima tappa della sua vita spirituale il Figlio Rinunzia ai forti impulsi della sua volontà personale, e si lascia condurre tranquillamente. Questo atteggiamento lo mette in contatto colla Gran Corrente che gli permette di sorteggiare con maggiore facilità i primi scogli che gli sono presentati nel Sentiero.
Così il Figlio appena entrato, ingenuo e puro, fa le sue prime esperienze colla Rinunzia. Ma non per ciò smettono di avere una gran trascendenza poiché questi primi contatti colla Rinunzia possono portare all'anima a vivere intensi stati di pienezza interiore.

 

Insegnamento 3: La Presenza

Il campo vibratorio emanante del luogo dove le anime si limitano per la realizzazione dell'Integralità della Gran Opera determina il Raggio di Stabilità.
Il Raggio di Stabilità è l'immagine e figura materiale di OM HES. Incontro della presenza divina ed umana che la vocazione del Figlio bolla attraverso il suo voto.
La presenza del Figlio dentro il Raggio di Stabilità fissa il polo materiale dove si scagionano le energie divine, filtrate secondo l'obblazione volitiva del Figlio e la condiscendenza dei Santi Maestri. Questa azione filtrante sarà sempre necessaria per ostacolare la totale materializzazione di dette energie.
Rinunziando alla mobilità fisica e superando con essa gli ostacoli materiali che impedivano di formare la misura della sua unità magnetica colla Divina Madre, con se stesso e coll'Umanità, il Figlio assume la responsabilità di essere depositario progressivo delle energie divine, definendosi e limitandosi, per ubicarsi nel luogo dentro il quale gli sarà possibile realizzare la sua partecipazione all'Integrità della Gran Opera.
Fissato lo stampo dove l'omogenea azione divina ed umana avrà valorizzazione, il Figlio determina, per mezzo dell’obblazione di vita la radicazione dell'Idea Madre e stabilisce così il polo spirituale che riceverà l'Ideazione Divina capace di essere captata per la sua mente.
Il potere della Gran Corrente acquisisce ritmo stabilendosi i poli spirituali e materiali che lo servono da sostegno.
L'intensificazione dell'obblazione fisica, mentale e spirituale, trasforma continuamente il Figlio e lo guida verso la vera Egoencia.
La sua presenza viva nel Raggio di Stabilità sveglia la divinità interiore che abita in lui, sviluppando il suo Corpo di Fuoco per fissare posteriormente la determinazione delle sue possibilità, per riuscire l'Unione Sostanziale colla Divina Madre.
La dimora divina OM HES, dove la Divina Madre, il Figlio e l'Umanità hanno unità di espressione, si ubicherà durante il cammino che la trasformazione vocazionale del Figlio formerà. Partirà inizialmente OM HES, dal punto materiale più obiettivo per introdursi progressivamente fino alla cosa più intima del proprio cuore del Figlio. E da lì rifletterà detta dimora divina sull'Umanità, come un posto ideale ed analogico, costituendosi egli per la sua propria ed individuale realizzazione nel sedile più vero e sicuro.
La presenza del Figlio determina colla Rinunzia alla sua mobilità fisica il fissaggio e contatto dell'Integrità della Gran Opera.
La presenza del Figlio determina colla Rinunzia alla mobilità mentale il fissaggio dell'Idea Madre, stabilendo il polo spirituale da dove emanerà il ritmo del Potere della Gran Corrente.
La presenza del Figlio determina colla Rinunzia alla mobilità spirituale, il fissaggio della misura delle sue possibilità per riuscire l'Unione Sostanziale colla Divina Madre.
Tutto il suo posteriore destino sulla terra sarà crescente capacità per darsi colla sua presenza viva, magnetica, mentale e spirituale, affinché la promessa ricevuta nel momento di pronunciare i suoi Voti si concreti.
La presenza viva del Figlio dentro il Raggio di Stabilità è conquista della struttura omogenea dei valori divini ed umani attraverso la sua egoencia.

 

Insegnamento 4: L'Espansione

La Rinunzia che il Figlio fa alla sua mobilità fisica, mentale ed emozionale che lo porta alla clausura mistica dell'anima ed all’obblazione della sua vita fanno che si sublimino e fortifichino i suoi valori interiori.
Per quella sublimazione traspone i limiti umani, raggiungendo impiegarsi nella sfera dell’azione trascendente divina.
Il risultato effettivo di quest’espansione della sua presenza è la migliore partecipazione all'Integrità della Grand’Opera, al Potere della Gran Corrente e all'Unione Sostanziale colla Divina Madre.
Rinunziando alla sua mobilità fisica, rinchiudendosi cosciente e volontariamente in un luogo, il Figlio perde la sua mobilità, non si muove. Ma invece incrementa la sua potenzialità energetica, quello che gli dà capacità espansiva, e riesce, inoltre, una maggiore sensibilità comunicativa.
Per mezzo della capacità espansiva, il Figlio trascende le limitazioni fisiche e si mette in contatto con tutto il mondo, con altri paesi, con altri climi, partecipando ancora alle configurazioni geografiche della terra. Per la sua maggiore sensibilità può conoscere gli esseri e notare i suoi problemi.
Questa espansione fisica e la maggiore sensibilità, rompendo tutta barriera e tutto separatismo, fanno che il Figlio abbracci a tutte le anime e porti un vero messaggio di benessere e pace a tutte esse.
Rinunziando alla mobilità mentale ed emozionale, perché si limita in una sola idea, in un unico sentimento, elimina la dispersione energetica risultante della mobilità spirituale ed accresce il potere dei suoi pensieri e sentimenti.
L'accrescere di quelle forze dà come risultato una maggiore espansione mentale ed emozionale ed allo stesso tempo conferisce capacità di realizzazione ai suoi desideri. Così il Figlio dà salute ai malati, ed aiuta ai bisognosi.
Limitandosi nella clausura mistica dell'anima, vivendo nel proprio suo cuore facendo realtà la missione di vita interna che Cafh gli ha confidato, il Figlio si espande per penetrare nell'anima degli altri. Questa espansione spirituale fa possibile che possa dare direzione alle anime.
Per mezzo della sua Rinunzia, il Figlio si espande nella vita della Divina Madre, e diventa l’espressione della Divina Madre sulla terra. Ha redento la sua natura, e per quella redenzione di Rinunzia partecipa all'Incarnazione Divina. L'espansione spirituale l'ha messo in contatto colla Divinità, ed adesso è unito alla Divina Incarnazione partecipando colla Divina Madre alla redenzione.
Per la sua Rinunzia il Figlio si stabilizza, si limita, si circoscrive, si immobilizza, ma questa riduzione dei suoi valori esteriori gli conferisce tutta la potenza del centro stesso di sé ed acquisisce una dinamica espansiva. Rimane in sé, ma si espande come un ondata di amore e rinnovazione mettendosi in contatto col mondo, il cosmo, la divinità.

 

Insegnamento 5: La Partecipazione

L'obiettivo del cammino spirituale del Figlio è la partecipazione alla Gran Opera; ed il Figlio si riesce l'Unione Sostanziale attraverso questo compito.
Partecipare significa avere parte di una cosa od essere parte di qualcosa.
Quello doppio concetto di avere parte ed essere parte chiarisce il senso duale della partecipazione e si riflette vivamente nell'aspetto della Rinunzia come partecipazione.
Avere parte è l'aspetto attivo della rinunzia; essere parte, per non dire ricevere, è l’aspetto passivo.
Il Figlio è parte in un lavoro spirituale universale attraverso la Rinunzia, e riceve, cioè, come frutto, ha parte dei beni spirituali che liberano all'anima in ultima istanza.
La Rinunzia come partecipazione è dunque, allo stesso tempo, un atteggiamento dinamico positivo e statico negativo. Implica sforzo e rilassamento; è volontà e coscienza, dare e ricevere.
Questo concetto è chiaramente espresso nella benedizione rituale che si formula affinché i Figli partecipino all'Integrità della Grand’Opera, aspetto positivo della partecipazione; del Potere della Gran Corrente, aspetto unitivo, divino - umano; per riuscire l'Unione Sostanziale colla Divina Madre, aspetto passivo, divino, frutto spiritualmente concesso.
La partecipazione che dà la Rinunzia appare allora come movimento, l'Ired, ch’eleva l'anima verso Dio per discendere dopo verso gli uomini, portando il messaggio della Divina Madre.
La partecipazione è proporzionale alla Rinunzia ed inversamente proporzionale allo sforzo che il Figlio applica ancora per mantenerla. L'anima che ha oltrepassato la soglia del desiderio e conquistato la perfetta Rinunzia, naviga nel seno dell'eternità come una stella del firmamento e possiede la partecipazione piena in perfetta armonia dei suoi valori divini ed umani.
Ricordino tuttavia i Figli che per questo è necessario conquistare anche quella frazione del Potere della Gran Corrente che simbolizza le limitazioni umane.
Si capisce allora che per partecipare pienamente, per riuscire l'Unione Sostanziale è necessario partecipare all'Integrità della Grand’Opera, cioè, dare tutto, Rinunziare a tutto, partecipando simultaneamente al Potere della Gran Corrente, col quale il Figlio si trasforma in canale della Volontà Divina.
La partecipazione dipende dunque dell’obblazione interiore dell'essere.
I voti segnano potenzialmente il progresso di quell’obblazione e riflettono la responsabilità cosciente che il Figlio è disposto ad assumere.
Detta responsabilità si assume pubblicamente e non solo intimamente, per cui si scopre che detta responsabilità non si contrarsi solo di fronte alla Divina Madre, ma anche di fronte all'Umanità, alla vita che è la Gran Opera.
La Rinunzia è allora il metodo, l'ascesi trascendente divina della piena partecipazione. Abbraccia tutti gli aspetti tangibili ed intangibili dell'uomo.
La Rinunzia come partecipazione alla vita è Rinunziare ai sensi, al sapere personale, ai propri gusti mentali, ad una realizzazione determinata.
Abbattendo le barriere del desiderio si partecipa ai sentimenti, al sapere ed ai gusti di tutta l'Umanità, e si partecipa alla realizzazione di tutta l’Umanità.
Solo allora il Figlio si trasforma realmente in Uomo che partecipa ad un'evoluzione: la sua causa e la sua ultima finalità trascendono le sue possibilità spirituali.

 

Insegnamento 6: La Partecipazione Redentrice

La partecipazione del Figlio al lavoro redentore dell'Incarnazione Divina per la salvazione degli esseri e dell'essere è indispensabile ed indiscutibile.
Ma affinché questa redenzione potenziale della Divina Incarnazione sia effettiva, deve essere aggiornata in ogni essere; per ciò deve trasformarsi e diventare effettiva in lui la Divina Incarnazione.
La partecipazione redentrice è l'identificazione del Figlio colla Presenza Divina, vuole dire colla Divina Incarnazione.
Il Figlio deve riuscire detta identificazione per il suo proprio sforzo e, ancora così, la riesce solo perché in forma predestinata si mise in contatto con le forze di liberazione cosmiche mettendo i piedi nel Sentiero attraverso il voto.
Attraverso il voto che pronuncia entrando, il Figlio è parte della Partecipazione Redentrice colla sua sottomissione, poiché questa obblazione interiore gli esige olocausto.
La Partecipazione Redentrice trasforma il Figlio in fonte di radiazione dell'Opera di Cafh, risultato della conquista del suo voto perpetuo che, profondo sentimento in lui dei problemi umani, lo fa uno con l'Opera Redentrice della Presenza Divina.
Per questa partecipazione di voti e di obblazione nasce l'espansione interiore che fa sentire al Figlio la sua responsabilità di fronte all'Umanità. Non appena si costituisca come un ente separato, non potrebbe caricare su sé i mali dell'Umanità. La vera responsabilità vocazionale non può coesistere col separatismo.
La partecipazione Redentrice che fa vincere al Figlio l'Unità con l'Opera Redentrice della Presenza Divina per il voto perpetuo può farla solo effettiva attraverso il Sacerdozio dell'Ordinazione.
L'applicazione della volontà rinunziante produce solo frutti di liberazione quando non si costituisce come un valore separato, personale; quindi, rinunziando alla sua volontà, il Figlio si identifica colla Volontà Divina.
Partecipazione Redentrice è obblazione di vita, di sangue, di anima, dato che comunicare non significa solo collaborare o aiutare. Neanche è solo un affetto emotivo, ma è lo stato di coscienza nel quale il Figlio sente che la sua vita non gli appartiene, ma appartiene all'Umanità.
La Partecipazione Redentrice del Figlio è la perfetta imitazione graduale per presenza, espansione e partecipazione alla Divina Incarnazione.

 

Insegnamento 7: La Rinunzia attraverso i Voti

Gli sforzi che fa il Figlio per raggiungere le ultime verità e riuscire la visione reale della Divina Madre, solamente permettono realizzare nuove ideazioni sulla divinità, ma non essere la divinità.
Il Figlio, attraverso una volontà positivamente affermata, non può riuscire la conquista divina.
Solo può mettersi in contatto con quello ch’è divino ed eterno mediante un'espansione negativa, aggiornata nel seno silenzioso della sua anima.
Tuttavia ci’sono istanti di gran valore mistico che permettono intuire quello ch’è divino. Sono i momenti di transizione in cui uno stato sta per finire, per dare luogo ad un altro uguale e contrario, quando il cambiamento non occorre ancora. È il punto zero, il punto d’inflessione, il nodo, la centro laya. È l'istante immediatamente anteriore al risultato di una conoscenza. È il breve istante in cui uno si trova nell'aria quando dà un salto di un estremo ad un'altro. È il momento di sospeso: durante la respirazione normale, l'ispirazione si trattiene soavemente per trasformarsi in espirazione e viceversa. Ired più Ired e meno Ired.
Attraverso i Voti il Figlio in Cafh si impiega permanentemente in quello stato di vuoto, di transizione, di salto, di sospeso.
Per il voto si dà il salto senza raggiungere mai l’estremo. Si ottiene il vuoto anteriore alla conoscenza, senza riuscire la conoscenza a che si aspirava, ma conquistando un'altra dimensione, polo negativo.
È che per il salto che il Figlio dà mediante il voto, non ritorna un'altra volta al suolo da dove partì. Va verso un altro stato. Ottiene la conoscenza di un altro stato, si è mosso senza perdere il contatto, tuttavia, della cosa anteriore.
Solo attraverso la Rinunzia è possibile conoscere il vero significato dei voti e solo attraverso i voti può essere realizzata la Rinunzia.
L'uomo comune che non ha emesso nessun voto, non ha destino alcuno; si potrebbe dire che veramente non esiste.
Invece, il Figlio che emise i suoi Voti per essere tale, ha un destino infallibile e per la sua permanenza nei suoi voti "È", esiste idealmente.
Come nel cielo può segnalarsi così il punto in che si troverà una certa stella ad un determinato momento, il Figlio per la sua permanenza nei suoi voti, raggiungerà il punto di culmine del suo destino soprannaturale.
Per il voto di silenzio aprirà le porte verso la sua vita interiore. Per il voto di fedeltà diventerà integro. Per il voto di obbedienza realizzerà la cosa impossibile e, finalmente, per il voto di Rinunzia, corona mistica che riassume in sé tutti i voti, si espanderà nell'Unità facendosi co-redentore in sangue e spirito.
 

 

Insegnamento 8: Il Silenzio dei Silenzi

L'Uomo che vive nell'agitazione e la voragine del mondo può depositare solo nella sua anima le manifestazioni di un amore incompleto ed imperfetto.
La realizzazione del vero amore esige canalizzarsi attraverso il silenzio.
Il silenzio è il primo valore negativo che colloca la vita spirituale del Figlio, poiché produce l'ambiente necessario per la scoperta del centro interiore dove si cristallizza l'Amore Reale.
Solo iniziando un movimento di vuoto, negativo, che sgretola la continuità dei valori sistematici, affermativi e positivi esterni si ritorna alla Divina Madre. Si fa così il circolo magnetico del silenzio che protegge il centro interiore depositario dalla radice dell'Amore.
Taccia dunque il Figlio affinché per il Silenzio acquisisca la prima negazione di sé stesso, e dia attestazione, per questa Rinunzia, del primo amore vero.
Per riuscirlo determini alla sua anima a convivere con un dialogo che non sarà quello dello schiamazzo quotidiano, bensì il dialogo del silenzio.
Le parole disintegrano il valore dell'amore unitivo disfandolo in sistematici valori che si rovinano a se stessi. Quello non può dirlo tutto, precisamente perché limita sempre quello che esprime.
Solo il silenzio può dirlo tutto perché ha Rinunziato a dire.
Il Silenzio apre all'anima la porta della dimora interna. È l'atteggiamento fondamentale con che il Figlio si dà all'amore divino promesso.
Il Silenzio, atteggiamento di abbandono in Dio, è forza salvatrice; scopre la terra in cui il Figlio potrà abitare, senza essere inesorabilmente trascinato e contagiato per le ansietà e malesseri degli esseri che vivono senza esistenza reale.
Il Silenzio è semplicemente vuoto nel quale niente ha fretta né importanza, e tutto si trattiene. Solo per amore e obblazione può essere riuscito il silenzio interno che riempie l'anima per perfetto vuoto del quale sorgerà la vibrazione per la quale chiedono le anime.
Così il Figlio acquisisce una vita attiva degna della sua obblazione. Per il silenzio interiore si integra, allacciando per amore, il cielo e la terra.
Allora la vita umana acquisisce appena valori divini per la sua partecipazione, salvazione ed espansione.
Comunicare alla comprensione ed aiuto prima di essere partecipe di esse. Essere silenzio prima di essere voce, fuoco prima di essere chiama, alleggerire la convivenza umana prima di essere carico.
Salvare, perché aderendo per il silenzio alla verità divina, si acquisisce il dono di ricevere la voce dei Santi Maestri, facilitando l'opera di salvazione agli uomini dei nostri giorni.
Espandere la cosa divina conquistata per il silenzio e fare reale i valori del voto e l'egoencia che si è riuscito. Così l'anima sveglia la fonte prima dell'amore che come potenza vibratoria permette l'attiva comunicazione con altri esseri. Il Figlio che conquista il suo silenzio acquisisce una nuova modalità di vita. Sa tacere e lo pratica con nuove e rinnovate virtù. Tace di sé stesso e è umile. Tace i difetti altrui e è caritatevole. Tace le parole inutili ed è moderno penitente. Tace in tempo e diventa prudente. Tace il dolore ed è eroe.
Il Silenzio perfetto, Silenzio dei Silenzi, è vuoto perfetto interiore e si riflette nell'amore umano trasformato per l'amore divino.

 

Insegnamento 9: Fedeltà di Fedeltà

Il cammino dei Figli di Cafh è di Rinunzia, è di obblazione, è di amore.
È di Rinunzia perché partecipa la legge fondamentale con che Cafh svolge la vocazione spirituale.
È di obblazione come mezzo di realizzazione dei valori negativi dell'anima.
È di amore come vincolo di comunione tra la cosa divina e la cosa umana.
Ma questa Rinunzia, quest’obblazione, questo amore, per consumare la promessa divina che gli è stato concessa al Figlio dalla sua entrata a Cafh, deve essere attiva e continua, in attesa e potenziale rispetto alla volontà divina.
Quello carattere di continuità e di attesa, può esistere solo se l’obblazione del Figlio si sostenta nella fedeltà, e l'anima aderisce strettamente alla Divinità.
La fedeltà diventa reale, si regge per il voto nel compimento stretto del Regolamento di Cafh.
Il Figlio per la sua fedeltà continuata al Regolamento di Cafh, diventa progressivamente sottomesso alla voce divina, dipendente dell'amore alla Divina Madre, simile alla sua Divinità. La fedeltà si fa realmente potenza.
Il Figlio per la sua fedeltà reale e continuata continua ad aumentare la sua obblazione, e questa a sua volta, intensifica la sua fedeltà. Si influiscono mutuamente, si accrescono successivamente culminando in una fedeltà integrale, essenziale. È la fedeltà di fedeltà.
La fedeltà di fedeltà fa totale l'adesione dell'anima alla Divina Madre, fa realtà la Mistica del Cuore e fa effettivo il Dono soprannaturale e divino dell'Iniziazione, dell'Unione Divina.
Il Figlio per la sua lealtà, per la sua identificazione colla Legge, vive nel proprio suo cuore in armonia colla divinità, creditore alla condiscendenza divina che l'apre alla rivelazione iniziatica.
La fedeltà del Figlio, concretandosi attraverso l'ascesi della Rinunzia, porta verso dimensioni più reali di tutti gli aspetti della sua vita.
In questo modo, il desiderio di purificazione inizialmente centrato in sé si espande e purifica gli altri.
L'illuminazione con che gradualmente la condiscendenza divina lo lava, lo trasforma in mezzo per illuminare. È fonte di irradiazione di luce.
Per la sua identificazione colla Divina Madre, risultato dell’obblazione che realizza di sé stesso, arriva realmente ad essere. È morto per vivere. Si è trasformato in fonte di vita.
La fedeltà perfetta, reale, potente, essenziale è fedeltà di fedeltà, è il culmine dell'amore, dà pienezza alla Rinunzia e permette di raggiungere l'Unione Sostanziale colla Divina Madre.

 

Insegnamento 10: Biffe di Fedeltà

La fedeltà si definisce abitualmente come lealtà, come osservanza della fede che un essere dove ad un altro; ugualmente si spiega come puntualità, esattezza nell'esecuzione di una cosa.
A sua volta, lealtà significa anche compimento delle esigenze delle leggi di fedeltà e dell'onore.
Del senso delle parole fedeltà e lealtà sorgono chiaramente il significato ed le implicazioni che hanno in generale e specialmente nella vita spirituale. 
Per praticare la fedeltà è necessario, per il momento, che esista obietto per essere fedele.
Questo oggetto che può essere compreso puramente ideale, deve avere una manifestazione tangibile, concreta, che potremmo chiamare legge che circoscrive la portata dell'oggetto.
L'osservanza di quella legge, l'esattezza del suo compimento, è in definitiva la forma concreta dove si pratica umanamente la fedeltà.
Riassumendo, si può dire che la fedeltà è l'atteggiamento a portata dell'uomo attuale, legato e messo sotto le limitazioni della ragione, per sottomettersi, aderire ed assimilarsi a concetti ed esperienze completamente trascendenti.
La fedeltà, sentimento ed atteggiamento interiore dell'anima, non si riesce per un semplice atto volitivo, ma si sviluppa e fiorisce per tappe successive, incatenate che è necessario percorrere per riuscire la sua pienezza.
La prima tappa comprende l'accettazione interiore e totale dell'oggetto o principio che lo reclama. È necessario perché riuscire innanzitutto la sottomissione perfetta. Di non riuscirlo rimarranno sempre centri di resistenza, disubbidienza ed opposizione che appannerebbero l’obblazione dell'anima, ostacolando la sua liberazione.
La sottomissione spirituale consiste dunque in rompere la volontà personale, perché è l’obblazione all'oggetto divino, la sottomissione al Superiore che è l'oggetto tangibile umano e l'obbedienza e legatura al Regolamento che è la divina legge data al Figlio.
Di non realizzarsi questo requisito, non sarà possibile liberarsi delle leggi umane e di quello che esse implicano.
Ma, che cosa succede a quello che lo riesce? Le leggi umane avranno perso per lui ogni valore e significato, e la sua vita sarà già solo diretta per una legge ed una volontà divina.
L'anima entra in una nuova tappa, nella quale dipende in tutte le sue esperienze ed atti, di qualcosa di differente di quello che correntemente soggetta agli uomini.
La pratica della fedeltà spirituale lo porta ad una nuova dipendenza, distinta, divina.
Adesso non ascolta oramai parole degli uomini. Tutti i suoi sensi mirano verso il mandato della voce divina che rispetta con fedeltà.
Detta lealtà e costante pratica continua ad adeguare all'anima alla legge divina, fino a che ella vibra già solo all'unisono colla legge.
L'anima sperimenta allora la pienezza della manifestazione divina, ed arriva fino ai limiti di quello che permette all'uomo di arrivare.
Arrivando l'anima a questi stati e per l'atto di perfetto amore, il Figlio riesce la somiglianza colla divinità alla quale promise fedeltà iniziale, raccogliendo il frutto della virtù praticata e l'obblazione consumata.
Non esiste dissoluzione nel principio assoluto, eterno, ma sì è possibile riuscire umanamente l'esperienza di eternità e somiglianza cosmica.
Comprendere finalmente che queste biffe di fedeltà che portano all'anima fino alla sua più gloriosa realizzazione, hanno ancora questa possibilità negli atti più umani della vita, ed è lì dove il Figlio deve cominciare a praticarli, sottomettendosi strettamente alla lettera, espressione e creazione umana del Regolamento, senza il quale sarà impossibile percepire il suo senso spirituale trascendente.

 

Insegnamento 11: L'Obbedienza Intima

 

Il voto di obbedienza è essenzialmente un atto puro di realizzazione spirituale. 
Il sentiero spirituale può essere percorso un tratto per mezzo dello sforzo e della  volontà del Figlio ma, quand’il Figlio arriva ad una certa altezza dove le rotte acquisiscono carattere trascendente, è necessario che abbandoni la sua volontà.
La vita spirituale consiste principalmente in sapere abbandonarsi nelle braccia dell'obbedienza, per vivere nell'insieme della Gran Opera.
La Divina Madre è la rotta del Figlio ed è necessario gettarsi nelle sue braccia per arrivare.
Quest’obblazione amorosa alla Divina Madre è ideale per il voto di obbedienza, ed effettiva per il compimento quotidiano dello stesso, espressa attraverso la sottomissione al Superiore.
Questa obbedienza intima, affermata per la Rinunzia, è l'unica fonte di vita, di felicità, di salvazione del mondo. Ella produce una sensazione di vuoto interiore, di avvicinamento alla Divina Madre, di preludio divino.
Ma questa Rinunzia non può in questo piano dell’evoluzione dell'uomo essere riuscita per ideologia, bensì per un movimento interiore dinamico dell'anima che è l'obbedienza.
L'uomo è abituato ad una libertà di valori sentimentali e razionali; ma se vuole conquistare la vera libertà, la libertà spirituale, deve Rinunziare a quelli valori riusciti.
La natura umana pretende di unire la cosa razionale colla cosa soprannaturale; dare dell'ideale spirituale tutte le spiegazioni possibili, quando in realtà la vita soprannaturale è qualcosa che deve accettarsi a priori, senza spiegazioni ma colla speranza certa che qualche giorno potrà identificarsi con lei.
Quello che dà la sua volontà all'obbedienza si disfa di tutti i carichi mentali per non avere più che un solo punto, una sola idea, una sola finalità.
La sua vita umana si trasforma in divina e gli concede potere di eternità.
Sentendo l'ampiezza dell'abbandono dell'anima nella Divinità per l'obbedienza interiore, la personalità è annichilita ed invece l'individualità spirituale acquisisce un aspetto ampio, divino.
Così l'obbedienza intima che è vocazionale non è l'annichilimento dell'individualità, bensì è la conquista dell'egoencia, è vivere dentro il Corpo Mistico di Cafh.
Il lavoro del Figlio è relativo, ma se quello lavoro, mediante distaccamento e obbedienza si offre alla Divina Madre, si somma al potere della Gran Corrente e si trasforma in forza, in potere, in atto creativo.
L'obbedienza di fronte al Superiore come uomo è cattività, ma prestata al Superiore immagine della Divina Madre è come sottomissione di amore, è libertà spirituale.
L'obbedienza umana è fonte di amarezza, tristezza e complesso di inferiorità, contrariamente a quello ch’è l'obbedienza volontaria, intima e divina che è fonte di allegria, d’assenza di preoccupazione, di felicità.
L'obbedienza intima non deve pensare, gli basta avere coscienza dell'atto che sta realizzando.
Per lo sforzo costante dell'obbedienza intima il Figlio penetra in sé, respinge ogni apparenza, si fa niente, si annichilisce apparentemente, costituendosi in un essere perfetto egocentrico, tutto divino.

 

Insegnamento 12: La Reversibilità

L'Idea Madre riflessa il pensiero Divino, ma plasmandosi questo nel piano umano, prende forme diverse, incoraggia tendenze differenti.
Lanciata come un unico raggio di luce, si difratta toccando il piano contingente della vita.
Finché la coscienza non si proietta fuori della variabilità si vive della diversità nel mondo dei composti. Solo uno sforzo di Rinunzia può fare ritornare all'unità, poiché ella provoca reversibilità dello stato di coscienza.
Il movimento dell'Ired implica non solo il divenire dell'Unità, ma anche il suo ritorno a Lei. Quello ritorno si riesce Rinunziare alla manifestazione, ai valori conosciuti, per riuscire un solo valore, quello dell'Unità.
Uno sforzo positivo non può dare mai reversibilità, bensì un'affermazione dentro lo stesso stato nel che si prodursi.
La Rinunzia in quanto a reversibilità totale di valori e stati dà una soluzione integrale ai problemi umani. Non aggiunge problemi a problemi con mezze soluzioni, bensì cambiando lo stato intimo di coscienza, produce la sparizione dei problemi come tali, lasciando invece un nuovo ordine di valori: i valori essenziali.
Pretendere di realizzare la Rinunzia senza staccarsi dall'ordine di idee e tipo di sforzi anteriori è collidere con quello ch’è impossibile. È per ciò che si applica alla Rinunzia parole tali come: "Morte", "Vuoto."
Tutti i concetti correnti della Rinunzia umana, della virtù e dello sforzo, non hanno valore di fronte alla vera Rinunzia interiore ch’esige per esserlo un fondamentale cambiamento di coscienza. Ignorare questo equivarrebbe a credere che possano portarsi i beni della terra al regno della morte che possiede i suoi beni differenti.
La Rinunzia è simultaneamente uno stato statico e dinamico, considerata dentro il campo della coscienza, e la reversibilità è l'adattamento fulminante e trasformante ai cambiamenti precisi di questi stati unici in sé. Una spiegazione rozza della reversibilità sarebbe: Nell'istante in cui il valore dinamico diventa statico e viceversa il cambiamento subitaneo non si prodursi né per fissaggio né per dissoluzione, bensì per trascendenza, segreto essenziale della Rinunzia, percezione della cosa multipla nell'unità e l'unità nella cosa multipla.
È un vivere intimo nel piano di quello ch’è essenziale e contingente, alternativamente; un possedere una cosa sapendo ch’è un'altra cosa.
Quell'intimo sentire dà il perfetto equilibrio di valori perché non si ubica mai definitivamente in un punto di vista, in un polo, in una verità apparente, necessariamente illusoria.
Quella reversibilità permette di conciliare in un piano essenziale le differenti apparenze e contraddizioni. In ultima istanza il suo frutto dà per quel motivo serenità e pace.

 

Insegnamento 13: La Rinunzia Iniziatica

La Rinunzia praticata per il Figlio porta alla scoperta del segreto dell'Universo. Per ciò il Figlio finisce per essere la Rinunzia.
L'integrità del segreto dell'universo sta in una parola, in un solo movimento vibratorio semplice, che è essenza ed esistenza dell'armonia dei valori divini ed umani.
Per provocare il risveglio mistico della parola anelata, il Figlio Rinunzia ai libri per conservare pulita, flessibile e disciplinata la sua mente, attraverso il risultato di un unico libro: il Regolamento che è ponte effettivo e reale affinché il Figlio riesca la conoscenza della cosa divina ed umana.
L'Insegnamento che viene dal Regolamento, favorisce lo spirito di Rinunzia e permette che l'Idea Madre abbia formalizzazione nella mente del Figlio. I libri sono culture disordinate che propagano in un processo di continue espansioni d'idee, ma che non ammettono una reintegrazione all'unità dell'Insegnamento per il valore reversibile mancante di quello ch’è divino.
Il Figlio sveglia la mistica del suo cuore quando Rinunzia alle sensazioni del vibrare della periferia del cuore che provoca sfumature diverse di ogni tipo di amori conosciuti per l'uomo, ma che l'oscurano l'Amore Reale.
L'apostolato di azione del Figlio è realizzare colle sue mani il mistero dell'Amore Divino, la creazione di un'idea semplice in un atto umano. Ma il Figlio deve impegnarsi ad eliminare il desiderio di cristallizzare la divinità in questo atto, poiché detto atteggiamento significherebbe il risultato di un frutto personale che determina l'incatenamento dell'essere all'opera. Se fa questo si impegna a mantenerla, conservarla e farla permanente contro l'azione divina che esige sempre reversibilità del valore realizzato mediante un ritorno alla fonte stessa che lo concepì.
La Rinunzia alla conoscenza, guadagnata per lo sforzo umano per vincere il disordine delle idee composte, facilita al Figlio la grazia dell'Iniziazione; gli dà il potere magico cosmico di unirsi colla gran famiglia dell'universo, con gli esseri che sanno del potere creativo per la sua egoencia, conservatore e distruttore dell'Idea Madre della Razza, in una saggia identificazione con l'espressione divina e la realizzazione umana.
La conquista di quella Rinunzia, cioè, la pratica di questa Rinunzia, per meglio dire, la consustanziazione del Figlio colla Rinunzia, apre la porta della realizzazione riuscita attraverso l'obbedienza che è il valore più attivo dell'anima per staccarsi dai vecchi stampi della libertà rilassante di un io legato alla sua personalità ed ottenere la reversibilità dei suoi propri valori, in concordanza e sintonizzazione col movimento dell'Ired che la coscienza universale deposita nella coscienza potenziale ed attiva del Figlio.
La Rinunzia Iniziatica, vincolando intimamente i valori umani del Figlio offerti coi valori  divini ceduti, lo lega armonicamente alla famiglia universale e lo fa atto, a lui solo, per il suo sacerdozio, che quell'atto sia benefico e santificante, e facendo che il suo sacerdozio si stabilisca nella sua anima e nelle anime. Egli ha stabilito il contatto colla divinità avendo cristallizzato il suo valore di ordinato, opera che ogni Figlio incoraggia nel suo cuore.

 

Insegnamento 14: La Rinunzia come l’Olocausto

Rinunziare per riuscire la propria felicità attraverso la liberazione, svincolato dell'Umanità alla che si appartiene, solo sarebbe una nuova forma di egoismo.
Più importante della soluzione dei propri problemi, dei propri mali, è contribuire alla soluzione dei problemi e mali degli altri.
Per quel motivo l'esperienza di Rinunzia del Figlio deve riflettersi sul piano dell'Umanità e ciò si può fare solo in forma effettiva discendendo tra le anime.
Discendere "tra" è rompere il separatismo per la Rinunzia.
Questa discesa non consiste in trasformarsi in un veicolo portatore di una soluzione salvatore, perché non sarebbe più che un nuovo mezzo esterno agli uomini, un nuovo intermediario, bensì in una totale partecipazione per mezzo dell'identità assoluta con l'uomo attraverso il perfetto olocausto ch’è l'identificazione totale con l'Umanità.
Si capisce che non è possibile vivere con un atteggiamento volitivo fisso nei problemi umani, ma invece è necessario che la coscienza degli stessi, si tradursi in uno stato di partecipazione reale ed effettivo nei suoi risultati.
L'olocausto è lo smettere di essere per essere in tutti. È essere l'uomo e non un uomo.
La partecipazione risultante dell'olocausto del Figlio non è solo una partecipazione soggettiva, bensì è un'unificazione coi problemi, ansie e disperazioni dell'uomo. È una partecipazione integrale, fisica, mentale e spirituale.
Il Figlio partecipa fisicamente e mentalmente per il suo lavoro, per l'eliminazione che fa della cosa superflua, per la restrizione delle sue necessità, per l'impiego efficiente di quello che dispone. L'Economia Provvidenziale che pratica conduce a ciò. Il Figlio partecipa a tutte le miserie degli uomini.
Il Figlio partecipa spiritualmente contribuendo spiritualmente alla redenzione dell'Umanità. Nella sua anima si riassumono tutti i problemi delle anime.
La mistica della Rinunzia è infine quella che gli fa sentire al Figlio la sofferenza dell'Umanità, ma è la sua Rinunzia ascetica quella che gli dà il potere di partecipare alla sofferenza. Il Figlio rimane volontariamente nell'ambiente umano, dopo c'essere stata la cosa superata.
Così, dando il Figlio la sua vita in olocausto, per la sua partecipazione integrale è co-redentore dell'Umanità.

 

Insegnamento 15: Il Sacerdozio Reale

Quando si arriva a sperimentare, come alcuni riescono in forma di straordinaria pienezza estatica, i piaceri del mondo materiale, sensualmente ed intellettualmente, sorge la domanda invariabile ed ineludibile sul perché della Rinunzia.
Rispondere a quella domanda risulta quasi umanamente impossibile perché obbliga ad impiegarsi in una posizione di trascendenza tale che scappa alle possibilità comuni dall'uomo.
Tuttavia, la sua risposta ha valore fondamentale, assoluto, e costituisce un anelo irrinunciabile dell'Umanità.
L'uomo non può sbagliarsi nella sua intimità che al di sopra del suo proprio sforzo e criterio dipende da qualcosa a lui inaccessibile, trascendente alle sue normali possibilità di Quello che né i suoi sensi né la sua mente riescono a penetrare.
Ma ci sono nature eroiche, non conformisti, che non affievoliscono né abbandonano il suo intimo anelo.
Davanti al fallimento di sensi e mente, tentano un altro cammino nuovo, distinto, differente del che percorre la massa umana e, facendolo, si allontanano de questo cammino comune, rifiutandolo per inutile.
Questo passo è quello che si chiama di Rinunzia, perché quello che lo dà si trasforma in conquistatore dell'Universo. Conduce per l'ascetica della Rinunzia e della mistica del cuore verso l'Eternità, e collega gradualmente all'essere con gli aspetti e forze trascendentali cosmiche.
Benché questo cammino eccezionale sia magnifico, generalmente all'essere senza egoencia l'ha portato al pericolo di isolarsi e separarlo dall'essere del mondo e dell'Umanità nel cui mezzo deve sussistere inesorabilmente.
Il Sacerdozio Reale è dato al Figlio per il potere trasmettitore della Gran Corrente, nell'istante che diventa adatto per quell'attraverso la consumazione dei suoi voti come olocausto perpetuo.
La liberazione individuale sarebbe sterile se non desse un frutto che solamente si riesce  attraverso la partecipazione alla Gran Opera.
Per quella partecipazione l'anima liberata, o in vie di liberazione, rimane unita al resto dell'Umanità.
E quello nesso mistico si realizza attraverso i voti.
Attraverso essi l'essere assume una responsabilità ed acquisisce una gerarchia intima che costituisce l'essenza del Sacerdozio.
Responsabilità, dal momento che il compimento dei voti pronunciato interamente questo in mani delle quali li pronunciasse.
Gerarchia sacerdotale, perché attraverso essi, una volta pronunciati, si imparenta in forma permanente ed indistruttibile alla volontà divina, vincolo che, spiritualmente, egli non può disfare oramai.
Ogni sincero anelo di liberazione spirituale deve  portare e porta inesorabilmente in sé il desiderio di sacerdozio, incorona e privilegio di quelli quale si trasformano in canale di Dio.
Attraverso essi si fa udibile all'uomo la Voce Eterna.
I suoi atti sono magici perché traducono la cosa possibile trascendente; sono sacramentali, perché riflettono la luce divina.
La benedizione collega agli esseri colla Divinità e la sua attuazione è un vero atto cosmico.
Compiendo strettamente i suoi voti si collegano con le forze dell'universo ed acquisiscono il potere di curare i malati ed alleviare i bisognosi.
Finalmente, ed è questa la possibilità più eccelsa del sacerdozio reale, risponde individualmente la domanda fondamentale dell'anima, portando agli esseri la consolazione ed allegria della parola divina.
Così, attraverso un sacerdozio reale l'anima liberata compie il suo ciclo di vissuto umano sulla terra.

 

Insegnamento 16: La Reversibilità Divina

Cafh partecipa attivamente alla formazione dell'uomo futuro, modellando già allo stesso nel suo seno. L'immagine dell'uomo futuro si concreta nell'immagine del Figlio Ordinato, Sacerdote di Cafh.
Il sacerdozio di Cafh è il veri cammino, poiché i Figli perfetti sono i prototipi dell'uomo futuro che daranno attestazione della divinità sulla terra avendo raggiunto la sicurezza, attraverso uno stato interno, che le sue anime sono state in Unione Sostanziale colla Divina Madre ed aspira alla permanenza in quello stato.
Questo stato di perfezione caratteristico dell'uomo futuro non può essere umanamente preconcetto. L'unica forma di avvicinarsi allo stesso la riesce il Sacerdote Ordinato in uno stato di semplicità attraverso la Rinunzia, nella quale l'anima rimane nello stampo perfetto che la Divina Madre l'ha riservato, rompendo allo stesso tempo tutti gli stampi di perfezione preconcetti.
Gli stampi di perfezione ideati dall'uomo sono e saranno composti sempre, mentre lo Stampo Divino è e sarà sempre semplice.
Attraverso la reversibilità divina, perfetta, la cosa semplice diventa composta e viceversa.
Il Figlio può fare la perfetta attestazione dell'esistenza divina nell'anima spogliandosi di tutto quello ch’è composto. Né il superamento nel pensare, né nel sentire, né nella funzione tempo per comprendere, danno quell'estrema semplicità che solamente proporziona la Rinunzia.
Il Figlio, Sacerdote Ordinato, Sacerdote Reale, raggiunge questo stato cosciente di questa permanenza immutabile che rivela all'anima il suo totale incontro colla Divinità, e si fissa eternamente come testimone e dà attestazione dell'esistenza divina attraverso individuale esperienza sacerdotale, semplice ed unica.
Il Sacerdote che semplifica la sua vita fino a raggiungere questo stato interiore arriva ad essere testimone della realtà divina, testimone della libertà divina nella terra, conosce il Segreto della Reversibilità Divina: quello ch’è multiplo nell'Uno e l'Uno in quello ch’è multiplo.

 

INDICE

Insegnamento 1: La Rinunzia e le Rinunzie
Insegnamento 2: La Prima Rinunzia
Insegnamento 3: La Presenza
Insegnamento 4: L'Espansione
Insegnamento 5: La Partecipazione
Insegnamento 6: La Partecipazione Redentrice
Insegnamento 7: La Rinunzia attraverso i Voti
Insegnamento 8: Il Silenzio dei Silenzi
Insegnamento 9: Fedeltà di Fedeltà
Insegnamento 10: Biffe di Fedeltà
Insegnamento 11: L'Obbedienza Intima
Insegnamento 12: La Reversibilità
Insegnamento 13: La Rinunzia Iniziatica
Insegnamento 14: La Rinunzia come l’Olocausto
Insegnamento 15: Il Sacerdozio Reale
Insegnamento 16: La Reversibilità Divina

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