INDICE

Insegnamento 1: La Preghiera È Amore
Insegnamento 2: Idea Chiara della Preghiera
Insegnamento 3: Purificazione Iniziale
Insegnamento 4: La Scala del Cielo
Insegnamento 5: Il Perfetto Olocausto
Insegnamento 6: Il Libro Immortale
Insegnamento 7: Vita Nuova
Insegnamento 8: Santificazione del Lavoro
Insegnamento 9: La Divina Presenza
Insegnamento 10: L'Ora Eterna
Insegnamento 11: La Passione Redentrice
Insegnamento 12: Santa Unione
Insegnamento 13: Solitudine Interiore
Insegnamento 14: La Morte Mistica
Insegnamento 15: L'Insegnamento
del Maestro
Insegnamento 16: Necessità di Amare

 

Insegnamento 1: La Preghiera È Amore

Nessuna forza dell’anima, nessun sonno idealistico, nessuna realizzazione è possibile senza l'amore, senza mettere in movimento il sentimento verso la sua più alta culminazione.
La nostra missione fallirebbe se unicamente avessimo una gran missione che compiere, una gran idea che dare, e non avessimo il sentimento adeguato per farla vivere, fruttificare, arrivare a felice termine.
Una sola cosa deve incoronare l'anima chiamata al sentiero mistico: l'amore alla realizzazione. Senza questo amore non esisterebbe niente. Le più belle idee morrebbero se l'amore non li insufflasse di vita. Le più belle idee muoiono, alla fine, quando non c'è una fiamma costante che li mantenga e vivifichi.
Le stesse comunità mistiche dove l'unico esercizio è il risultato della perfezione per tutti quelli che hanno lasciato il mondo, sarebbero deserti desolati e vuoti se la fiamma viva dell'amore non incoraggiasse dentro di essi.
E questo amore, questa culminazione sublime del sentimento è possibile unicamente per l'applicazione costante dell'essere sull'oggetto amato, cioè, per la preghiera. La preghiera è lo stimolo che canalizza e basa le forze emotive dell'uomo verso l'ideale eletto.
Che prima cosa ogni fondatore religioso deve insegnare ed in realtà insegna al gruppo eletto per creare la sua chiesa, bensì la preghiera? Che prima cosa i grandi mistici di oriente ed occidente insegnano nella prima riunione di un gruppo di esseri ansanti di trovare la perfezione, bensì la preghiera?
I Direttori Spirituali scoprono veri miracoli nell'anima dei discepoli fedeli che riescono molte volte trasformare le sue vite con questo solo esercizio.
Diceva una semplice donna al suo Direttore Spirituale: “Mi piace il cammino spirituale, tutto il cammino, ma una cosa non comprendo: Per ché serve la meditazione? Sedere da parte e pregare spiritualmente, a che cosa può portare? Non è perdere il tempo?" Ed il suo Maestro rispondeva: "Lei non lo comprende ancora, ma insista; continui a perdere il tempo". Passato qualche tempo, quello tempo perso tanto divinamente, quella stessa donna affermava che tutta quella portata di amore che aveva nel cuore e che non trovava uscita negli esseri umani, l'aveva canalizzato verso la Divinità per avere perseverato nella preghiera.
In un'occasione, un'anima fu premiata per una visione nella che vedeva come un meraviglioso essere ascendeva ad una velocità indescrivibile per una scala che saliva dalla terra al cielo, una terra ed un cielo di caratteristici sublimi. Interessato questo essere in conoscere la vita durante la sua permanenza nella terra di quella meravigliosa creatura, seppe che era stato un'umile donna e che il suo metodo era trasformare, tutto quello che faceva, in fiamma di amore che rovesciava a Dio, che andava fino al seno dell'Eccelso, fino al centro dei suoi aneli, fino a quella potenza che attraeva l'amore di quella donna. La preghiera era il segreto del suo rapido perfezionamento.

 

Insegnamento 2: Idea Chiara della Preghiera

L'anima è viva, presente, in fondo dell'essere. Ma è avvolta in molti veli. Il gran lavoro che il Figlio deve compiere è distruggerli.
Il sentimento di amore appoggiato in un'idea chiara è indispensabile per la retta preghiera che cerca riuscire questi obiettivi.
Non basta che nella meditazione si dicano parole. È necessario che quelle parole si sentano, che penetrino, che siano tanto forti quanto la vita stessa, invincibili come la morte.
Il Figlio è stato scelto per partecipare di un compito nel mondo; possibilmente non possa scorgere mai la sua trascendenza in tutta la sua proiezione. Ma, nonostante la sua mancanza di vera visione della Gran Opera, è necessario che assegni potenzialmente a questa elezione ricaduta in sé un'importanza tale che promuova le sue energie sconosciute, depositate nel suo fondo spirituale, e che scoperte ed aggiornate per la preghiera, diano per risultato l'eliminazione dei veli dell'anima.
Ricordi il Figlio che gli è stato accordato il privilegio di entrare in contatto con la divinità; che è Dio stesso che chiede gli uomini affinché si mettano in relazione diretta, libera, con Lui. E questo diritto è confermato nel Figlio per il fatto di potere arrivare vocazionalmente al sentiero scoperto per lui. Potrà fallire in certi aspetti, ma il passo più importante è stato dato. Ora è necessario che quella forza fluisca continuamente di lui, che si regga sempre di più in quell'idea unica di che quello che vale è la cosa divina e nient'altro. Che abbia una sicurezza, una certezza tale, che gli permetta di esclamare senza ombra di dubbio: "La Divina Madre mora nella mia anima."
La forza spirituale riscoperta per la preghiera deve essere presente dentro il Figlio, e con una sicurezza tanto grande nella sua mente affinché esprima integralmente questa idea: "È così perche così è."
Non potere arrivare a non pensare mai che non si sia eterno.
Affinché i veli siano distrutti e spazzati è indispensabile che l'anima si senta indissolubilmente unita alla divinità.
Davvero, il Figlio sa nel suo cuore che è dimora dove i fattori umani e divini si fondono tra sé.
Quella è la formula che dopo trasmetterà alle altre anime, la formula della gran libertà, dell'unica libertà senza macchia.
Per non avere quella fede totale le anime cercano l'amuleto; se avessero quella sicurezza ogni ombra si dissolverebbe e si ritirerebbe immediatamente la luce, l'aria ed il sole divini. E quella è la missione primordiale del Figlio; la sua missione caratteristica.
Per questo motivo è necessario che l'anima chieda ininterrottamente, colla sua preghiera di amore, scoprire il santuario dove la sua vocazione ritrovi i valori divini ed umani.
L’anima si salva così; nell'intenso piacere che dà la preghiera di amore come risultato di un sentimento puro sostenuto nella semplice, chiara ed unica idea della sua divinità. In questo modo impari il Figlio ad amare per la preghiera, per insegnare così a tutti gli altri uomini il metodo meraviglioso di pregare.
Solo per la preghiera che porta all'amore puro, libero di ogni passione, sostenuto per una chiara idea, può il Figlio raggiungere la vera e legittima felicità, e sarà il timone più sicuro per arrivare ad immergersi nelle acque eterne della divinità.

 

Insegnamento 3: Purificazione Iniziale

Quando l’anima incomincia l'esercizio della meditazione, nonostante i suoi buoni desideri di progresso spirituale, è ostacolata per le continue distrazioni della mente non abituata a rispondere ai dettati interiori.
Quando comprende che dentro sé stessa si agitano gli stessi desideri ed interessi degli uomini del mondo, tutto il suo essere chiede:
"Benamato Maestro che abiti nel mio cuore; mi hai richiamato unicamente a questo sentiero spirituale per il tuo gran amore. Ma che oscuro è ancora il sentiero per me! Sono tuo Figlio, predestinato per la gran realizzazione divina e, tuttavia, la mia mente è oscurata per tutte le immagini del mondo, per tutte le influenze del passato."
"Sono il Figlio difensore degli interessi materiali, denaro, posti, cognome, nazionalità, lingua, come tutti; in niente mi differenzio degli altri, Amato Maestro! Questa è la verità, Tu sai."
"Tu sei l'Unico che sa la verità. Tu, l'Unico che conosci bene quanto miserabile, povero e volgare sono tra i comuni degli uomini. Come potrebbe realizzare la Tua Opera? Come potrebbe infondere realmente nelle anime un’Idea che non sia di questo mondo?
"Come potrò insufflare realmente in esse il soffio freddo e puro? Il mio alito è ancora caldo di tutte le passioni, di tutte le miserie dell'Umanità. Tu unicamente puoi purificarmi, Tu unicamente puoi pulire la mia mente, Tu unicamente puoisantificare il mio cuore."
"Prego la tua benedizione, oh Maestro, per essere veramente il portatore dell'Idea Madre sulla Terra."
Ed un'altra volta il Maestro Divino fa ascoltare all'anima contrita le Sante Parole:
“Devi sentire l'Idea Madre che deve proclamare l'Umanità come unione di tutti i valori del mondo raddrizzati verso la conquista dello spirito; trascendere quelli valori umani per trasformarli in un riconoscimento divino."
“Devi sentire che tutti i cambiamenti della vita, le ingiustizie degli uomini, le miserie del mondo, i continui cambiamenti delle idee, dei sentimenti, delle civiltà, sono esperienze che portano l'anima a questo divino riconoscimento."
“La preghiera ti farà partecipare a tutti quelli dolori ed a tutti quelli cambiamenti, facendoti così comprendere i tuoi errori, le tue proprie mancanze, la tua propria ignoranza, e portandoti per la preghiera e la rassegnazione al mondo puro dello spirito."
"Che rinunciando ai beni materiali, sia partecipe di coniare quella nuova moneta universale che possa andare a tutti gli uomini della terra, che possa essere utilizzata da tutti gli uomini."
"Che respingendo tutto quello che è personale abbia l'idea di quella gran famiglia universale, di quella gran Umanità futura, di quegli uomini alati che attraverseranno la terra e conquisteranno l'aria; e guardando all'indietro, verso il passato, dicano: Che triste vita quella dei nostri antenati, rinchiusi dentro di quelli confini e di quelle barriere!”
L'anima sente fluire allora un'ondata di nuova vita che l'eleva verso nuove conquiste divine, infiammata di uno zelo santo che la spinge ad accettare tutta la vita per trasformarla.
Questa è l'ora dell'odio dell'anima per tutto quello che fu, per il suo passato, per appartenere tanto tempo alla Dama Nera che gli impediva di alzarsi sulle sue debolezze.
L'odio, attraverso la preghiera, gli farà scorgere un nuovo futuro di comprensione, felicità ed amore tra gli uomini.

 

Insegnamento 4: La Scala del Cielo

Quando l'anima persevera nella preghiera, il Maestro scaccia le tenebre dell'ignoranza e la piena di sacra felicità.
L'anima chiede scoprire la sua presenza e dopo che la sua Immagine Divina si è scorta con chiarezza nella sua mente, affetti e sacri desideri germogliano dal cuore. Propositi e nuove promesse bollano questa ora e, a volte, l'anima esce di lì come alienata ed estasiata per un nuovo soffio di vita.
Che lontano stanno allora i lavori degli uomini e le sue lotte ombrose!
L'anima trasportata per un'immensa aspirazione di amore, supplica:
"Benamato Maestro: comprendo che tutto passa e è illusorio, e che la Divinità è l'unica realtà. Ma durante i lavori del giorno, questa fortuna tanto grande è ancora a volte oscurata per il lavoro, le preoccupazioni ed il viavai della vita."
"Cerco di camminare per il fango cercando di non macchiare i miei albi paramenti, ma non sempre lo riesco; a volte, le mie ore sono picchiettate.  La Tua Immagine Divina impallidì, e quando pondero, stordito ed impaurito, non posso trovarti!”
Un'altra volta il Maestro insegna al discepolo il mistero della Divina Presenza, dicendo:
"Impara a stare sempre con me mediante la preghiera. La preghiera è l'arma sicura che ti farà vincere tutti i nemici che vogliano toglierti del mio lato. Un giorno senza preghiera è un giorno perso."
"Non pregando, le ore corrono veloci e ti trovi alla fine del giorno disgustato e senza sapere come hai usato il tuo tempo.”
"Dalla mattina, dal risveglio, prega. Subito che la tua mente, serena dei veli del sonno recupera la coscienza vigile, eleva il tuo pensiero a me. Alzati rapidamente, agilmente, per avere più tempo di stare nella Mia compagnia."
"Pensa che tutto quello che tu faccia devi farlo per Me ed offrimi anticipatamente i tuoi lavori, pene ed allegrie."
"Tutta la notte sto vegliando al tuo fianco e ho ansie l’oblazione del tuo amore e della tua carità. Entra tanto pronto che possa nella camera dei nostri segreti, al tabernacolo della preghiera. Questa è l'unione più intima della tua anima Con me."
"A volte ti vedo, anima mia, desiderosa di schivare l'esercizio della preghiera perche il tuo cuore è arido e secco. Ma quando soffri e peni così è quando sto più vicino a te. Ti chiedo, ti prego, non lasciare per niente la preghiera. Non cercare scuse illusorie, non mettere difficoltà che intimamente sai non sono insuperabili per fare questo esercizio."
"Perché mi chiami e mi lasci sperando, oh anima, e non vieni all'ora promessa dall'Eternità, nella quale la tua anima mi cerca?"
"Chiedi alla Divina Madre che ti faccia attento a questo dovere; che niente né nessuno sia tanto importante nella tua vita per lasciare questo dovere e per come lasciarmi. Allora la tua anima toccherà, quotidianamente, continuamente, le tanto desiderate e meravigliose riviere del mare eterno dove abita la vera felicità. Sia dunque la preghiera la tua scala celestiale con la quale raggiunga la Divinità."
L'anima, intenerita, inondata di una nuova forza, comprende il Divino Insegnamento e spera, con fervore, l'ora del nuovo appuntamento.
Il Figlio, dall'abisso e la desolazione nella quale si sentiva abitualmente sommerso, inizia la sua ascensione verso le regioni ineffabili del godimento puro e mistico nei cui fonti, come bambino convalescente, si andrà come fortificando per cominciare la sua nuova vita.

 

 

Insegnamento 5: Il Perfetto Olocausto

L'anima che vuole essere trasformata in Dio e vivere la vita perfetta del Maestro Divino, deve immergersi nel sangue della passione dolorosa; deve soffrire intensamente affinché la sua natura umana sia redenta, la personalità distrutta e morta, e brilli una sopra-individualità in lei.
L'anima deve essere purificata per la sofferenza.
Il Maestro spera silenziosamente che l'anima si decida a prendere il cammino della rinunzia e del sacrificio; ma quando l’anima ha rotto il laccio che gli impediva di lanciarsi all'esperienza del dolore, allora l'istruisce divinamente.
Ma prima il discepolo, nel suo affanno per migliorare e trovare il cammino della vera saggezza, domanda al Maestro:
"Guarda il mare di incertezza, angosci e sofferenza dove io sono caduto! Guarda nella profondità del mio cuore come ti desidero unicamente a Te e come voglio seguirti! Ma che lentamente progresso! Ogni volta passo più lunghe stagioni senza avere la consolazione di sentirti vicino!”
"Io credo che non ci sia patimento più grande che dallo stare lontano da Te. È questo, il mio Maestro, stare sul monte Calvario?”
"Comprendo che il dolore è necessario, lo benedico, perché mi dimostra quanto poco ho fatto in realmente. Nonostante tutto, in questa notte di oscurità, di pesantezza dei sensi, stando apparentemente lontano da Te, ti offro il mio cuore, i miei piccoli sacrifici, i miei poveri sforzi e tutte le gocce di sangue che ho versato per purificarmi. Ma, non mi abbandoni in questa cruenta notte!
Il Maestro, emergendo dalla più recondita profondità del cuore del discepolo, ricompensa il suo sacro olocausto istruendolo per la Divina Parola:
"Ammiro i tuoi sforzi e ti accompagno nel tuo dolore, come te l'ho promesso. Devi sapere che quando non mi vedevi, Io ero nascosto nel tuo proprio cuore.  Anima mia, suda, suda sangue. Tutte le brutte abitudini, tutti i tuoi bassi istinti escano per i tuoi pori in quelle gocce di sangue. Suda sangue; getta di te tutto quello che non è oramai tuo, quello che vuoi relegare al passato e la dimenticanza. Lotta solo, soffre solo; tutti i tuoi amici ti hanno abbandonato e quelli che più amavi ti tradirono perche non possono comprendere il tuo sentiero di perfezione.”
"Sei come un estraneo tra i tuoi; stai nelle labbra di tutti come un disertore perche non partecipi alle sue meschine vite. Ti portano di Erode a Pilato, tra ironie e maldicenze. Soffre per quel motivo. Ma così impari a non mormorare, a non criticare, a non vedere difetti nel tuo prossimo."
"Lascia che veda le tue spalle e che tocchi colla mia mano le ammaccature che hanno stampato le fruste sulla tua carne per il Mio amore”.
"Tutti i tuoi nemici interni vennero contro di te perche non appartieni loro oramai ed i tuoi alleati di ieri si sono vendicati martirizzandoti."
"A volte ti ribelli e vuoi ritornare dietro per non soffrire tanto; ma più soffri dopo piangendo la tua debolezza e fragilità."
"Prima vivevi come in un sonno, spensierato, stordito e senza pensare; ma quante preoccupazioni hai ora, quanti problemi, quante incognite per chiarire! A volte quelli pensieri si inchiodano come pungi nella tua testa, ma non vuoi smettere di pensare. Godi con quello dolore, perché vedi che con la sofferenza la mente diventa più flessibile e comprensiva. È che Io mi sono tolto la Mia corona di spine e te l'ho donata a te, l'ho imposta come una corona reale sulla tua testa. Con questa corona dominerai al mondo; non al mondo del potere transitorio, irreale, bensì regnerai sull'essenza delle cose e degli esseri."
L'anima intuisce in quelle parole i grandi segreti che il dolore rinchiude, e comprende il suo valore straordinario per ottenere il progresso spirituale.
Molte anime commettono stravaganze e fanno esagerate penitenze; ma quelli sono falsi dolori. Il dolore vero è quello che viene strettamente unito colla vita e è parte della natura dell'essere, perche l'uomo fu fatto per perfezionarsi e per arrivare a Dio per il cammino della prova e della sofferenza.
Il dolore che bisogna respingere è quello della disperazione e quello dell'odio che corrode il cuore. Ma il dolore necessario per vincere ed andare avanti nel dominio di sé stesso, quello dolore è di un valore inestimabile.
Quando l'anima ha compreso il valore del dolore nella sua redenzione, ha ammazzato il desiderio, ha dato tutto il suo sangue, purificato e redento per il bene degli uomini; è riuscito, allora, la morte mistica.
Cristo riposa, abbandonato ed inerte; ha dato tutto il Suo sangue, tutte le passioni umane hanno gocciolato per le Sue piaghe aperte; le passioni, l’una dopo l’altra, sono state vinte e proscritte. Ma questa vita non gli appartiene oramai; nel rilassamento assoluto della mente apre la porta per la vita superiore, la vita spirituale; consegna il suo corpo morto nelle braccia della Madre Dolorosa.
Ora del distaccamento, della morte a tutte le cose, esseri, amori, in cui un cammino, uno solo, albeggia agli occhi recentemente aperti divinamente alla vita eterna.

 

Insegnamento 6: Il Libro Immortale

La vita spirituale è paragonabile ad un viaggio, ad un gran viaggio che deve finire nella Santa Città di Dio. Per quel motivo è indispensabile che il discepolo prosegua ed impari come fare questo pazientemente e costantemente, senza ritornare mai, senza deviarsi del sentiero, e seguendo sempre la rotta tracciata.
Il Maestro deve essere il suo Divino Compagno. Se l'anima è perseverante, sentirà Al Maestro accanto a sé, e sentirà la sua divina voce che la riconforta continuamente.
Il discepolo nella sua inquieta ricerca domanda al Maestro:
"Nel mio affanno di miglioramento io cerco intensamente in libri, riviste, conferenze e classi di saggi, tutto quello che possa essere di utilità per la mia vita spirituale. Ma tutto ciò non serve nient'altro che per confondere ed essere un ostacolo per la mia mente."
"Dimmi, Maestro, dove staranno i libri che mantengano i segreti del progresso e dello svolgimento dell'essere? Che libro io potrebbe leggere, e dove trovarlo, per potere acquisire più conoscenza e camminare più rapidamente e speditamente?”
"Cerco e non trovo. Le letture diverse, invece di lasciarmi soddisfatto mi lasciano arido e stanco, e non trovo la voce autorizzata che possa dirmi: ‘Questo è così;  questo è quello che tu necessiti’. Dimmi, oh Maestro Divino, quali sono le letture che io devo fare ed a che scienza devo dedicarmi per trovarti più. Perche tutto quello ch’io aspiro è potere stare più vicino a Te colla oblazione di un cuore puro ed una mente pulita."
Il Maestro, dolcemente, risponde all'appassionato discepolo:
"Legge libri salutari ed ascolta parole di vita eterna."
"Legge sulle differenti religioni e le diverse filosofie, ma non ti fa di nessuna di esse; tu devi avere la tua realizzazione e filosofia proprie che sono quelli che hai scelto da un principio come fundamento della vita spirituale; perche tutto quello che leggi ed impari fuori del Principio che ti fu dettato per Me, è un corollario e non il centro della vita spirituale."
    "Legge su vite di grandi uomini ed eroi, ma a nessuno voglia imitare, perche  Me hai scelto a Me solo come unico modello, perché tu devi essere un modello nuovo, un uomo assolutamente distinto, con caratteristiche proprie ed esclusive che germogliano della fonte della vera vocazione che è la spontaneità."
 "Ho preparato per te nel Tempio della Divina Madre un libro scritto con lettere di oro, per te che sei fedele devoto e mi ascolti."
"Desidera quell'unico Libro, solamente quello Libro, anima mia!”
Il discepolo, calmato, inclina la testa sotto la dolce pace che si è staccato dall'eccelsa e viva benedizione del suo Maestro.
L'anima umana passa rapidamente di un'emozione ad altra e, attraverso questo velo, non può rendersi mai conto della realtà. Facilmente l'immaginazione si assimila a quello che legge ed interpone il velo della falsa realtà; il buon lettore deve essere sempre come guardiano che, dal faro, mette attentamente in foco la luce sulle acque per distinguere le imbarcazioni tra le ombre che li occultano.
Così nasce, giorno per giorno, un nuovo distaccamento nell'anima del discepolo; quello che l'allontana sempre di più dai libri e concetti temporanei che sono anche variabilità affascinante, avvicinandolo al Libro Eterno, quello di tutta l'esperienza della Divina Madre, nella sua Patria definitiva, unica, celestiale.

 

Insegnamento 7: Vita Nuova

Non si può incominciare il Cammino della Perfezione se non si nasce a nuova vita.
Il passato del discepolo, e tutto quello che rimane dietro, è un disturbo. Deve dimenticare le sue buone o brutte azioni. Ad ogni modo, il passato rimane unito al discepolo per l'essenza del bene e del male.
Per quel motivo l'anima ammanti, desiderosa di perfezione, domanda al suo Divino Maestro:
"Volesse sommergermi nella totale dimenticanza del mio passato, chiudere gli occhi ed abbandonarmi nel sonno purificatore per potere ritrovare il cammino di luce che ho dimenticato ma che scorgo."
"Se l'innocenza dal bambino deve portarmi ad iniziare il vero cammino ed a trovare la sorgente dell'Eterno Amore, io posso diventare un bambino?”
"Molti sono i veli e le tenebre che mi avvolgono. Puoi Tu, Maestro mio, indicarmi tra l'infinità di cammini quale può essere il più sicuro verso il vero incontro, verso la conquista dei valori eterni?”
"Oh, quanto desidero ascoltare la Tua voce! Sarà per me il risveglio ad una nuova vita, verso la comprensione semplice ma profonda dei tesori dello spirito."
"Sii Tu la mia guida. Tu scegli il mio cammino ed aiutami come ai bambini, passo a passo, a trovare la luce del sublime amore."
Il Maestro, compassionevole, eterno innamorato delle anime, fa sentire la Sua mistica Voce:
"Fatti un bambino, torna ad essere piccolino; se puoi, ritorna al seno della tua madre."
"Perché ti do una madre nuova, La Divina Madre, mia santa Madre. Mettiti in stato prenatale nel seno verginale di Lei."
"Ricordi quando uscendo dalla matrice divina, Ella ti portava teneramente nelle braccia dell'innocenza prima? Ricordi, prima che tu l'abbandonassi per il vago ed incerto ricordo dell'antica Eva?”
"Alzati sopra il tuo passato, vola sopra questo passato, velocemente e retrospettivamente verso la sorgente prima, verso la fonte generatrice. Ritornando lì, il peccatore recupera l'innocenza, toglie i veli, cura i colpi, sana le ferite e torna a battezzarsi nell'alba del primo giorno, del primo raggio di luce."
“Ci è lì il porto sicuro e tranquillo, sereno ed inviolabile: il seno verginale dell'Eterna Madre."
"È come se nascessi purificato e senza passato; è come se tu fossi un solo Con Me che sono Uno con Dio."
"È quello la purificazione più gloriosa, il battesimo più sacro, che fa all'anima più bianca della neve e più trasparente ancora degli stessi raggi del sole nascente."
"Impara i discorsi e le cose semplici che sono quelle che rinchiudono in sé i misteri più grandi e più profondi. Impara nella semplicità dell'infanzia ad ammirarti di tutto, a vederlo senza malizia e solo con un'attenzione aspettante."
Tace il Maestro ed il discepolo rimane immerso in profonda riflessione.
Oh, la semplicità è una virtù difficile per l'anima. La preghiera che si pronuncia "Ave Maria, gratia plena", non è facile da comprendere. La Divina Madre, se si riempie di ogni grazia, non ammette che niente appanni la sua purezza celestiale. Gli è molto difficile all'anima spogliarsi di tutto e tirare le sue abitudini ai piedi dell'altare, per ripetere insieme al Poverino di Assisi, niente più che: “Padre Nostro che stai nei cieli."
Quando si incomincia il cammino spirituale si rompe l'anfora piena di nettare ai piedi del Maestro; ma, quasi sempre, si guarda l'ultima goccia per se stesso. A volte non è nient'altro che il granito di riso che si guarda come ricordo dell'antica vita; ma basta quello per impedire all'anima di farsi davvero simile al bambino, ed incominciare la sua infanzia spirituale.
Tale è la profondità che come perla nel fondo del gran oceano, nasconde in sé l'anelata semplicità.
Questa nudità totale di tutto, questo morire misticamente per svegliare risuscitato alla nuova vita, è quello che esige, all'Amante Perfetto di Dio, un distaccamento esterno ed interno di tutto il suo essere. Dalla sua iniziazione nel sentiero dello spirito deve continuare ad abituarsi a questo distaccamento per arrivare un giorno al distaccamento puro nel quale sia abitato solamente per Dio.

 

Insegnamento 8: Santificazione del Lavoro

Dio, il gran lavoratore universale, insegna quotidianamente all'uomo la lezione viva del lavoro per mezzo della natura, ma l'uomo lo realizza con sudore, con sangue e cruenti sacrifici; gli costa vincere gli ostacoli nel compimento del suo dovere.
L'anima che segue i passi del Maestro Divino, sperimenta più che nessuno queste sofferenze e per ciò chiede dalla profondità del suo cuore:
    "Davvero, Maestro mio, lo scoraggiamento è tanto grande in me che cado arreso. Vedo come il lavoro, trasformato in un dio tiranno, ha assorbito tutta la mia vitalità. Si dissolsero i sonni idealistici della mia gioventù, le sane aspirazioni e gli aneliti più nobili."
Io incominciava dicendo: “Non lavorerò mai come altri, tanto metodici, dozzinali e venali. Io lavorerò altrimenti! Ma dopo quelle fauci aperte e terribili mi divorarono, e la forza dell'abitudine fece di me uno schiavo del lavoro. Non è che questo mi importi; è il terribile metodo stabilito quello che mi esaurisce ed amareggia la vita, togliendomi il ricordo della dolcezza delle ore spirituali. È che mi sento responsabile, in piccola parte, della sofferenza dell'Umanità; della fame, la miseria, le guerre e tutti i mali che porta con sé la disordinata economia del mondo, senza potere fare niente per rimediarla, sommerso come sto nella rutina e lo sforzo cieco del lavoro quotidiano."
Attraverso queste parole, sembra più densa l'atmosfera dei luoghi di lavoro, più assordante il rumore del macchinario, più dominatore il peso della rutina.
Il Maestro, con divina serenità, risponde al suo amato discepolo:
"Effettivamente, da quando non si lega esclusivamente al lavoro l'interesse e la vanità, ti vedo con tedio nel corso dei tuoi obblighi. Senti la mancanza dei momenti felici che passasti con le letture, la preghiera e l'isolamento, e quello mi rallegra."
"Ma Io voglio che quello bene sia permanente, dono di tutti i tuoi giorni;  voglio vederti felice anche durante le ore del lavoro."
"Se lavori per lavorare, con amore, lavori per Me. Non mi dicevi questa mattina: Sono tutto tuo; voglio dedicarmi a Te? Dunque, Io desidero che mi dedichi il tuo lavoro. Rifiuta il tedio e la stanchezza, e pensa che Io sto insieme a te, lavorando con te."
"Io conosco bene la angoscia di essere soggetto, giorno dopo giorno, ad un orario fisso, ad un lavoro di rutina, ad uno stretto panorama, nell'ecosistema umido e pesante, di fabbriche ed uffici. Bene vedo quando sei stanco e la tua testa non risponde alle necessità dell'azione e la stanchezza paralizza le tue mani. Vedo il viso duro o indifferente dei compagni e lo sguardo vigilante e severo dei capi."
"Sia lavoro intellettuale o manuale quello che realizzi, le circostanze attuali del lavoro la fanno più penoso che mai. La competenza, la tirannia dei grandi macchinari e grandi fabbriche, la scarsità dei salari, la reclusione della città, tutto gravita su l’uomo che lavora."
"Tuttavia, il Mio desiderio è che segua col tuo compito. Il tuo luogo è questo;  vive, per adesso, il presente e cerca di ottenere del tuo lavoro il maggiore frutto possibile. Trova felicità nel lavoro che ti è stato commendato e vedi nelle distinte fasi del lavoro l'utilità che puoi prestare all'Umanità. È la tua opera individuale quella che Io voglio, che sia ancora assolutamente indispensabile e che nessuno potrebbe fare nel tuo luogo, con il tuo sforzo per migliorare e fare degno il lavoro, stai costruendo un mondo migliore per gli operai di domani; il tuo lavoro non sarà vano."
"Lavora per lavorare. Se non puoi disfarti del tuo metodo di lavoro, già esiste in te un gesto de redenzione per i tuoi buoni desideri. Devi seguire lì, legato alla tua catena. Non vedi che quella sofferenza si va tramutandosi in una buona azione che è espressione di quello che vuoi fare? Lavora, soffre ed ama; guarda attraverso il viso dolente dell'Umanità l'espressione del mostro che deve essere distrutto."
“Si scorge già nell'orizzonte una luce nuova. Il lavoro non sarà mai l’effetto della rutina, cesserà l'affanno del lucro e trionferanno quelli che lavorino per lavorare. Tu sarai come loro, ed il tuo lavoro sarà allora ammirabile."
"Continua a lavorare,  anima mia, fino a che abbia finito la tua giornata. Santifica il tuo lavoro col desiderio di servire e fare il bene all'Umanità. Nonostante tutto, col lavoro l'uomo brucia le sue scorie e, spendendo le sue energie e la sua vita, conquista un attributo per la redenzione del domani. Soffre, dunque, spera e confida, Figlio mio”.
Lentamente, dolcemente, melodiosamente la Voce del Maestro si dissolve nella pura atmosfera della quale discendesse, in olocausto di amore, per parlare al suo amato. Ed il suo amato sente, un'altra volta, come nuove forze germogliano interiormente per conquistare, con il suo sangue salvatore, una luce di nuova felicità per la dolente Umanità.
Questo è lo Stendardo redentore che il discepolo sceglie nella sua ora dell'umano dolore.

 

Insegnamento 9: La Divina Presenza

L’uomo che una volta ha ricevuto la visita del Maestro Divino e ha ascoltato la sua Voce, non potrà mai dimenticarla.
Continuamente desidera stare nella Sua Presenza e conversare con Lui per comprenderlo ed amarlo più e migliore. Nella solitudine interiore della sua nuova vita, il discepolo trova un tesoro tanto pregiato che teme perderlo continuamente. Per quel motivo volesse stare sempre lì, nella cella del cuore, vicino alla Divina Presenza ascoltando la Voce del Maestro. Ma non riesce sempre a sentirla.
È allora quando si rattrista e chiede:
"Dove sei, Maestro mio, e perché ti allontani da me? Perché mi lasci in questa valle di lacrime e miserie? Quando potrò rompere queste legature mortali per stare sempre Con Te?
“La mia vita è morte, e l'essere lontano da Te è il più grande dei tormenti e degli inferni. Perché devo fare cose che non mi interessano e che servono solo per allontanarmi di Te?”
"Rompi le catene che mi sottomettono, slega i lacci, lasciami alzare volo!”
E tra l'atmosfera umida e pesante delle stanze, dell'ufficio e delle strade si alza una luce. Egli è, è il Maestro, che sempre e da tutte le parti risponde alla chiamata della sua anima amata:
"Quanto mi piace che mi ricordi nelle ore del tuo lavoro ed elevi la tua anima a Me! Questo è quello che devi fare sempre; non lasciare mai che un lavoro ti assorba completamente. Eleva molte volte il tuo pensiero affinché sia una preghiera breve come un raggio di sole che fende le tenebre. Ritorna così continuamente dalla terra al cielo, e lascia luce per dove passi."
“Anche io volessi averti sempre con me, ma non è l'ora. Né pensa, neanche, che la morte ti raggiungerebbe quell'anelata unione. La morte fisica di niente varrebbe per unirci; ci separerebbe un'altra più lunga e dolorosa barriera. Quando sia la tua ora Io stesso verrò a te, ti prenderò delle mani mistiche affinché abiti vicino a Me, eternamente nel seno del Padre."
"Segue nel tuo lavoro; abbellisce quello fango il cui odio non deve toccarti. Riflessa il bene che hai captato; ma non devi dimenticare: torna molte volte il tuo pensiero a Me."
"Ricorda: bisogna sapere coraggiosamente superare le ore gradevoli e le ore pesanti. La preghiera, ancora breve ed unicamente fatta con parole, ha sempre un gran valore. Quello che importa è non lasciare mai di pregare; sempre pregare."
"Quando tu non sei capace di stare davanti alla Mia Divina Presenza, non abbia paura né ti  stancare di chiamare, supplicare, chiedere e battere nella Sacra Porta affinché ti sia aperta. Io sto dietro quella porta chiusa. A volte non apro per provarti, ma sempre, sempre, dopo le tenebre e secchezze, ti introdurrò nel tabernacolo del mio Divino Cuore."
Così il discepolo, riconfortato per l'Insegnamento Eterno, consegna nel suo lavoro, per impastare il suo pane di ogni giorno, vicino all'umana e giusta goccia di sudore di davanti suo, la sublime benedizione del suo discreto, silenzioso e profondo messaggio di amore divino.
Divina elezione che, col suo sacrificio, trasformerà il cuore mortificato del Figlio in luminoso Stendardo di puro amore che guiderà gli uomini che lo circondano, di modi diversi, verso ideali di superamento di vita, di salute, di bellezza e comprensione intima.

 

Insegnamento 10: L'Ora Eterna

Quando San Paolo Apostolo dice: "Tutti saremo trasformati", e Cristo dice a Pietro: "Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa", insegnano che su la pietra del nostro essere, tale quale è, coi suoi errori ed il suo passato, Dio vuole edificare il suo Tempio.
Quando l'essere sia trasformato, quando la natura superiore spazza gli istinti, quello Tempio sarà tempio dello Spirito.
L'anima alla quale questi begli pensieri sono suggeriti si accende in entusiasmo. Fa precipitose e facili promesse e gli sembra che la dolcezza che sperimenta sia il fine del Sentiero, quando non è più che un piccolissimo dono  della promessa divina di realizzazione.
L'anima, incantata, implora, sospira e canta. Ella dice:
"Conducimi, Signore, per questo brillante sentiero di luce; apri i miei occhi affinché veda la Tua bellezza e non l'allontana mai dalla mia vista! Cambia la mia vita affinché io stia totalmente concentrato nell'unica vita che Tu sei, oh Signore! Che bruci questo corpo antico e terreno, per vestire un abito di gloria!”
“Ho cambiato tante divise! Voglio la mia divisa, la mia fiammante divisa fatta di castità, rinunzie e sacrifici! Signore, per Te volessi soffrire io tutte le prove, tutti i dolori, soffrire mille morti, passare per migliaia di supplizi e conoscere il martirio di tutti i tuoi servitori più fedeli per essere degno del Tuo amore!”
“Che la scintilla arda improvvisamente! Quando ella stia ardendo, abbraccerà tutto il mio essere! Signore, non mi lasci già! Senza Te non posso stare, né è mia la vita se non posso possederti! Non vedi che ho fame e sete sempre di più crescente di Te, oh Sommo Bene?”
"Io ho incominciato già a cercarti; quando la freccia è stata lanciata, non può fermarsi oramai."
"Parla, Signore! Che cosa vuoi che io faccia? Che cosa vuoi di me? Dimmi, affinché io faccia solamente la Tua Volontà."
Povera anima! Quanto chiedi e quanto prometti! Non sa le dure spine e le taglienti pietre che devi trovare nel Sentiero!
In questi momenti il Maestro Divino che sta guardandola con somma tenerezza, si copre gli occhi con le sue sante mani, inorridito vedendo il futuro. Quanti scossoni darà quell'anima nella sua corsa; quante volte dovrà alzarla, piagata; quante volte dovrà curare le sue ferite e dissipare della sua mente le nuvole della delusione e della disperazione.
Allora il Maestro parla, per bocca della solitudine, nella meditazione, all'anima stanca della fatuità del mondo e desiderosa di nuova vita:
"Per incominciare, oh anima, non ti alzare a grandi voli, né prometti meraviglie, né aspiri a superiore santità. Accontentati con vivere bene il tuo giorno e santificare le tue piccole opere quotidiane. Seguimi con sottomissione e semplicità, e cambia tutta la tua vita senza che nessuno né niente nella cosa esterna lo denoti."
"So esattamente quello che eri prima, ma internamente tu devi cambiare completamente. Comincia a vedermi da tutte le parti, durante tutto il giorno e sempre. Vedimi coi tuoi occhi nel viso di tutti gli uomini, e come un velo sospeso su tutte le cose. Vedimi nel ricco e nel povero, nel piccolo e nell'anziano, nel santo e nel peccatore, nel fiore e nel cielo, nel giorno e nella notte, nel lavoro che ti disgusta e nella festa che ti rallegra. Tutto ha qualcosa di carino e di bello se si lo guarda con occhi sereni e senza passione, se non esce dalla solitudine interiore della nostra segreta dimora."
"Dopo, quando la compassione in te faccia dolce e mite, tranquillo e discreto, compassionevole e prudente, quando il dolore altrui sia fa carne in te, allora mi vedrai."
"Unisciti col dolore; unisciti all'amore, unisciti al sapere e l'azione, e mi troverai; ma, un'altra volta ti dico, mentre questo vieni, semplifica sempre di più la tua esistenza e falla sempre di più piccola ed umile."
Non dire mai, “dammi!; la tua parola di ordine sia sempre:  “prendi!” Capisci, mio Figlio?
L'anima rimane serena e tranquilla; ai trasporti di entusiasmo succede, nel suo cuore, una pace profonda; ed allora, quando è piaciuto della solitudine interiore e ha sentito la voce del Maestro, incomincia il suo cammino.
Tutto è silenzio al intorno. E questo è, nella sua elezione, l'ora eterna.


 

Insegnamento 11: La Passione Redentrice

Prima di avere ali per volare, il discepolo deve strappare completamente, dal suo cuore,  la radice del male.
Questa è morte realmente dolorosa e grande. Non morte che toglie il corpo, bensì morte che toglie male, che alza della terra, che allontana dalle miserie che libera.
Quando l'anima incomincia ad amare realmente ha forze per soffrire per il suo amore, ed anche trova gusto nel patimento. I primi sacrifici sono quelli che più costano; le prime battaglie, le più cruente. Ma, a poco a poco, si va facendo forte e trae vantaggio ai patimenti; questi si trasformano, di nemici temuti, in istruttori che insegnano e dirigono.
Il dolore più difficile di vincere, il più grande, è il dolore di vedersi privato delle consolazioni spirituali; perche è conosciuto che l'anima che avanza deve passare per valli oscure e notti senza stelle; e lo stesso valoroso atteggiamento di strappare dal cuore le brutte abitudini, è quello che priva delle consolazioni divine. L'anima si lamenta di questo gran dolore della separazione del Maestro, e gli implora:
"Maestro amato, Tu che conosci i più difficili sentieri di tutti gli universi; Tu che sei povertà, saggezza e comprensione, sii tu il mio guida. La mia anima è come fusa nelle tenebre e non trova gusto in niente; è come se tutti i miei sensi avessero smesso di esistere, come se me li avessero tolti e fosse cavo, vuoto di ogni amore, fede e consolazione."
"Maestro, una notte che sembra lunga ed interminabile mi accompagna. Niente nel mondo può darmi la luce. Alle tue braccia e guida mi arrendo. Non mi abbandoni; che la mia anima non si perda nella terribile disperazione e nell'abbandono dello scoraggiamento!”
“Mi fido di Te come un naufrago, in questa ora di ore, Maestro mio!”
Il Maestro davanti a tanto fervore incoraggia teneramente all'anima innamorata di Dio:
"Rimane, oh anima, ai piedi della croce, sul monte Calvario. È valido vivere nella grandezza della saggezza, se prima non hai vinto la nemica che tarma la tua natura mortale? Guarda che questa è una fiera che solamente si può vincere con morte: con morte di croce."
"Sii passionista; ama la sofferenza e vince al dolore sommergendoti in lui. Suda sangue Con Me nell'orto di Getsemani, accetta le fruste e la corona di spine, e conosce la mistica agonia e la mistica morte; conosce il vuoto senza limiti ed il freddo intenso, inevitabile, per attraversare lo stato che separa il regno dal dolore, del regno della pace."
"I santi, tutti, i veri Figli, passarono per questo sentiero di cardi e spine, prima di arrivare alla Porta della Liberazione."
"Il dolore è la cosa più certa e meritoria; tutto il resto è vano e fugace."
"Come potrai volare portando una corazza o essendo gravemente ferito? Non temi che ti manchino forze per sopportare il dolore. Io non devo muovermi del tuo lato e con me Ella, la mia Santa Madre, la Divina Madre di tutti i dolori e di tutte le afflizioni."
"Qui ho con me la croce e te la consegnerò affinché carichi con lei quando attraversi le prove solenni della mente e dello spirito ed arriva, attraverso la gran notte, alla comprensione assoluta del dolore. Su questa croce dovrai versare il tuo sangue e morire mistica morte."
"Versa, versa il tuo sangue, anima mia; non sono più che piccole gocce di sangue; qualche giorno dovrai dare tutto il tuo sangue, unendolo al mio sangue. Conosce già l'estasi rossa, l'estasi della donazione completa. Rovescia il tuo sangue per il bene degli uomini, vicino al sangue versato per Me. Quando questo sangue, puro e libero di desideri, si unisca col sangue di tutti gli uomini, essi saranno alleviati dei suoi mali, saranno redenti. Il sangue è l'essenza della vita, l'anima del mondo e, quando si sparge, impregna tutta la terra colla sua forza."
Non ti senti stanco di guardarmi come il Dio-uomo dei Dolori. Guarda il mio cuore che versa continuamente sangue. Qualche giorno, guardandomi, ti succederà come a molti dei miei; sentirai un intenso dolore nel cuore, come se questo si disfasse, come se un dardo l'avesse trapassato."
Ci sono martirii nascosti che sono cruenti come i martirii corporali."
"Poi vivrai nel mondo senza appartenere più al mondo; sarai come morto; il mondo non avrà potere su te. Poiché ancora non puoi stare con me nella gloria dell'Eternità, saremo uniti nella terra nel dolore volontario e nella morte mistica."
Una profonda umiltà nasce dalla cosa più profonda dell'anima del discepolo davanti alle sacre parole e l'avvolgono come divino velo per farle invisibile ai nemici.
E è allora che l'essere beve nell'Eterna Fonte dell'Amore fino a saziare la sua immensa sete che tanto tempo lo torturasse nel suo gran pellegrinaggio umano.
Tempio dove germoglia l'inestinguibile sorgente della consolazione divina per le anime che, sanguinanti, chiamarono alla sua Porta nell'ultima ora della sua totale consegna a Dio.

 

Insegnamento 12: Santa Unione

Per l'anima che desidera la liberazione i richiami della carne sono motivi di gran dolore.
La natura istintiva è dura di vincere, ed è un tenace nemico dei propositi del Figlio.
Dunque il dolente Figlio invoca l'aiuto del Maestro quando vedi indebolire la sua forza davanti agli attacchi della sua natura inferiore, come il naufrago che geme per un porto sicuro e stabile:
"Oh, Maestro mio, Tu che vedi la mia debilità e miseria, e tutta la povertà che sono, ricordami, quando sono offuscato e perso, il mio voto;  fammi ricordare le promesse fatte in momenti trascendentali, di essere tutto della Divina Madre e non avere niente fuori di Lei!".
"Quando si allentino e debilitino i miei propositi, Tu, Maestro misericordioso, fammi ricordare un'altra volta la sacra vocazione; svegliami. Non permetti che mi allontani dalla Madre."
"Ella mi ha scelto per accendere nelle anime il fuoco divino e comunicare agli altri il Suo Amore; per ciò, come sono indegno e sono pieno di imperfezioni, ho bisogno della Tua Benedizione e non dimenticare che su tutte le cose io sono della Madre."
"Comanda prima la morte su me prima che venga a meno la mia vocazione. Distrugge prima questo corpo che mancare alla solenne missione promessa."
Il Maestro vedi il dolore dell'anima. Conosce i suoi sforzi e le sue cadute. Ma vedi anche brillare nel cuore del Figlio la fiamma della vocazione, e risponde:
"Su tutte le cose ricorda, mio Figlio, che la Divina Madre ti ha scelto come Tempio della sua grazia e ha la sua dimora nel luogo più intimo e più segreto del tuo cuore."
"Lì ha infiammato il fuoco sacro che nessuno potrà spegnere mai. Questo fuoco devi alimentarlo coi tuoi sacrifici, oblazioni continue, amore e disciplina esterna, con tutto quello che costituisce la vita spirituale."
"Devi stare sempre, continuamente, in presenza della Divina Madre e mantenere colla Madre  mistico consorzio se vuoi preservare in realtà la fiamma sacra, come le antiche vestali avevano permanentemente il fuoco acceso nei suoi tempi."
Non appena un piccolo movimento passionale, un cattivo pensiero appanna la purezza della tua intenzione, si spegne la fiamma; si riempie di fumo il sacro altare della Divina Madre che sta nel tuo cuore.
"Su tutte le cose, dunque, rimane raccolto internamente. Ella sta lì continuamente, disposta a perdonare ed ad amare."
“Hai attraversato il circolo di fuoco ed incontrato alla tua Amata e ti ha dato tutto il suo celeste cuore. Ma fa' attenzione che non venga un amore che non sia L'Amore e ti faccia dimenticare della Santa Madre che sta nella gelata montagna."
"Dove rimarrai con più felicità, ricchezza, potere più grande che ai piedi di Lei, vicino a Lei, nel suo talamo di amore? Lascia ogni preoccupazione, legatura, ed abbandona tutto nelle Sue mani. Ella risolverà tutti i tuoi problemi, tutti i tuoi mali, tutte le tue preoccupazioni."
"La Divina Madre trasformerà la tua vita. Solamente vuole la tua continua presenza davanti alla sua divina presenza, vicino a Lei. Tutto il resto è aggiunta mentale, fisica, astrale, come voglia chiamarla, ma aggiunta finalmente."
"Quello non finirà mai, né ti disgusterà ed ogni volta ti farà diventare amico sempre di più di quello che è Eterno, è rimanere lì in adorazione di amore."
Le parole del Maestro penetrano profondamente nell'anima del Figlio e ravvivano nel suo cuore il fuoco sacro. In quello cuore fatto per amare, in quello cuore che lo distingue degli esseri volgari.
Amare, quello è il suo destino; ma non col'amore istintivo bensì l'ideale, quello che l'avvicina a Dio, quello che lo restituisce al suo pristino elemento, alla sua vera finalità.
Quello è il destino dell'essere, goccia di acqua che ritorna al’oceano, raggio di luce confuso colla luce solare.
L'anima umana trova all'anima divina; l'amore umano trova la sua unica fine: il divino Amore.

 

Insegnamento 13: Solitudine Interiore

Dovere vivere nel clima della città è fonte di continuo dolore per l'anima ansante di pace e calma.
In quegli istanti eleva il suo sguardo al cielo, verso il Divino Maestro, e gli dice in dolente confessione:
"Maestro mio, liberami di questo turbine in cui vivo. Il rumore del mondo mi assorda. Cerco continuamente un luogo di pace, un istante di silenzio, e trovo solo il disordine intorno di me."
"Portami dove possa dedicarmi totalmente a Te, nel silenzio ed la preghiera. Desidero trovarmi in solitudine per potere rovesciare tutto il mio essere in Dio."
"Qui, nella farragine del mondo, tutta è confusione. Da quando mi alzo, nel lavoro, nel riposo, durante tutto il giorno, tutto è un permanente correre, un incessante rovesciamento verso l'esterno. Devo ascoltare le conversazioni vuote degli uomini; sopportare la marea delle passioni; devo stare in ogni momento allerta per non essere trascinato per quell'inerzia e per i desideri che mi avvolgono."
"Non vedi che la mia anima si affoga in questa tremenda densità? Portami alla solitudine, all'aperto ed all'atmosfera diafana della natura non macchiata per l'uomo. Lì potrò anticipare nel mio sentiero. Lontano dal rumore e voci degli uomini potrò trovare il mio Cammino; aiutami, amato Maestro; ho bisogno tanto di lui!”
Il Divino Maestro che ha ascoltato con amorosa comprensione questa domanda dell'anima, risponde:
"Comprendo il tuo dolore, anima mia, e benedico le tue sante aspirazioni. So la cosa terribile che è vivere tra uomini impazziti per l'ambizione e giocattoli del desiderio. Ma tu devi sapere, Figlio mio, che anche lì tu puoi avanzare.”
"Non devi ascoltare le voci ingannevoli che vengono di fuori; vieni dietro di Me, in ritiro del tuo cuore, verso la conoscenza vera di te stesso."
"Non pensi che se stessi in un deserto lontano, in una valle profonda, in un paraggio solitario, potresti trovarti a te stesso, potresti sapere la tua vocazione vera."
"Non solamente allontanandoti dal mondo starai Con me; anche nella tua coscienza tranquilla, nella tua mente tranquilla, nella tua anima staccata, nei tuoi sensi saggiamente dominati, Io abito: la perfetta solitudine."
"Nella tua casa, nel tuo lavoro, nel rumore della città e tra la confusione degli uomini puoi trovarmi se mi cerchi."
"La solitudine vera, oh anima, non la troveresti fuggendo dagli uomini, te l'ho detto già, bensì nel tuo proprio cuore. Quello che ti assorda non è il rumore del mondo, bensì l'assenza di silenzio nel tuo interiore."
"Immergiti in tuo proprio essere. Allora, quando stia nella tua cella intima, raccolto in te, sentirai la Voce Divina e troverai la vera pace. Pace che porterai con te dovunque vada e che si spargerà sugli uomini come balsamo divino. Perché allora non sarà la tranquillità del silenzio umano, bensì la vera pace che dà la pienezza in Dio."
"Cerca, mio Figlio, non ti devi stancare di cercare nelle acque del tuo cuore la Fonte del Silenzio dove scoprirai il Verbo Eterno."
E l'anima che ha ascoltato in profonda attenzione la voce del suo Amato Divino, comincia a scoprire quella meravigliosa sorgente che fluisce nella più nascosta intimità del suo essere e lo condurrà all'Eternità stessa.

 

Insegnamento 14:  La Morte Mistica

Quando il Divino Maestro avvolge l'anima col suo sguardo di amore, l’anima sveglia del suo letargo ed apre gli occhi abbagliati per lo sguardo divino.
Ma quando il primo entusiasmo si calma e si stabilizza, scopre che sta ancora molto lontano dall'ideale sognato. Comprende che il suo proprio nemico è egli stesso.
In quell'ora amara del riconoscimento dice al suo celestiale istruttore:
"Maestro: senza darmi conta, gradualmente, attraverso i regali che Tu mi davi tanto amorevolmente, io stetti avvicinando al Tuo amore. Ma quando vidi che tutti quegli erano veli che mi separavano da Te, sorse in me il desiderio da conquistare per me stesso quello che Tu mi avevi offerto."
"Ma Maestro mio, guarda il mio dolore: Tu mi offri l'Eternità; Tu mi offri la vittoria sulla terra stessa, ma quando io voglio lanciarmi a conquistarla, l'ombra della morte si intromette tra Te ed io."
“Non conobbi mai come fino ad ora questa tremenda paura. Tutto il mio essere si afferra alla vita con forza inusitata."
"Aiutami a vincere questa paura istintiva. Che possa violentare la mia natura grossolana preparandomi, così, per l'ora delle ore."
"Aiutami a vincere già la paura ancestrale che mi impedisci riuscire la ferma sicurezza nella mia vittoria finale!
Il Maestro, con dolce compassione, ascolta questo lamento dell'anima. Egli conosce la forza tremenda dell'istinto di conservazione della carne nella sua dimora transitoria. Sa che questa paura che sente l'anima è la stessa paura che assalta a tutti gli uomini ed amareggia tutta l'esistenza colla sua dolorosa presenzia.
È allora che suggerisce all'anima:
"Figlio, tu sei eterno. Non cadere nell'errore dall'illusione. Che cosa importa se il tuo corpo muore?  Che cosa importa, essendo Mio, se il tuo corpo vive o muore?”
La cosa unica che devi riuscire è il sentimento del tuo niente, ed il sentimento di pace che ti unirà più Con Me. Quando più spogliati dell'illusione di essere qualcosa, più ti sentirai unito a questa forza di pienezza che Io Sono."
"Allora ogni momento della tua vita varrà per molte vite degli uomini del mondo, e mettendoti in contatto con la vita degli altri e percepire in essi la stessa forza che sta in te, riuscirai il godimento della partecipazione della Vita Eterna."
"Niente può attrarti già, né la solitudine, né il silenzio, né il rumore del mondo, né le passioni. Né i risultati della preghiera ti interessino, sei quello che è morto."
"Figlio mio, immergete nel niente. Quella è la morte che ti resusciterà nell'Eternità."
Prezioso istante in che, vuoto di tutto, l'essere sveglia in profondo rapimento nel seno di Quella che conosce il segreto, il numero e la misura di tutto l'Universo.

 

Insegnamento 15:  L'Insegnamento del Maestro

L'anima, quando scorge la forza nascosta che vive in lei, da quando mette i piedi in suo cammino interno di realizzazione, chiede, geme, invocando la Mistica Presenza:
“Maestro mio, Tu stai qui, Tu sei ed io non sono! Ombra sono e nient'altro; Tu sei la luce e la vita reale. Quando mi sento unito con te, la vita fluisce in tutto il mio essere, e quando no, non ho niente."
"Fa, Maestro, che non si separi mai di me questo concetto della mia divinità, che io non perda mai né per un solo istante la sicurezza che Tu vivi nella mia anima, che sei unito con me, in divino sponsale."
"Dammi quella forza della quale ho bisogno per la salvazione delle anime. Dammi il dono dell'Insegnamento Divino."
"Dammi, oh Maestro, la forza affinché io compia questa missione tanto straordinaria; sono Re, Re di anime; mi hai dato il regno più meraviglioso che può darsi ad un uomo sulla terra; amare alle anime e farsi amare per esse. Mi hai fatto Sacerdote di anime. Oh, impossibile dirti quanto ti ringrazio per questo!”
Il Maestro che vide brillare in questa supplica dell'anima una scintilla della saggezza divina, risponde all'anelante essere:
“Figlio, tu possiedi il vero sapere. Mira ai poveri uomini! Sono una goccia di acqua persa nell'immenso universo! Come potranno dire se il sapere per essi imparato ha qualche valore? Essi sono fermi in una credenza acquisita ragionando e discorrendo colla mente, quando un'altra idea più chiara e luminosa la fa frantumi. Rimane loro la disillusione ed il disincanto di avere perso quello che credevano era reale."
"La Divina Saggezza è quella comprensione che non lascia mai soddisfatto all'essere, che non gli permette mai dire: ‘questo è quello che io dico’, bensì gli fa sempre esclamare:  questo è possibile, ma, che cosa sta dietro quello? Che cosa verrà domani?  E dopo?”.
"Saggezza Divina dà l'immensità di non attaccarsi mai a nessun concetto o idea, a quell'imparato, ma lascia sempre una porta di fuga per la possibilità, per la cosa nuova, per quello che può venire, per quello che non si è percepito, per quello che può dare domani una nuova vibrazione che si stabilisca nel cervello."
"Sapere di chiara intuizione che lo filtra tutto attraverso la luce pura della bellezza infinita; sapere luminoso che disfa tutte le cose complesse in semplici;  che trasforma i più complicati problemi in una semplice espressione di sguardo amorosa dell'Eterna Divinità, della Suprema Saggezza."
"Sapere che non è il tuo patrimonio, perché tu non esisti oramai, consegnato come stai nella Divina Volontà. La Madre si esprime per mezzo di te, ed Ella è quella che infiamma di amore le anime che, alla Sua ispirazione, ti ascoltano."
"Che gli esseri vedano la tua inclinazione, com’il sole per il limpido cristallo, al Divino Messaggero. Porta loro la parola nuova che la Divina Madre insufflò nella tua mente, senza conservare niente per te. Offrilo tutto alle anime ed insegna loro la luce che brilla nella Cima del Monte."
Le sacre parole riempiono di fervore al cuore amante dell'anima fedele al suo destino. Sente viva, come accesa chiama, la presenza di Quella che abita nel granello di sabbia e negli universi non scoperti. Ed anela, nella sua pienezza di amore e di comprensione, consegnare alle altre anime il Messaggio del quale è stato depositaria.
Questo fuoco divoratore che già non si spegnerà mai nel cuore dell'essere che sappia portare compiutamente il suo destino fino alla stessa cima, questa ansietà che è saggezza ed inquietudine del cielo, è l'Eterno Insegnamento del Maestro che già l'anima porta in sé per sempre.
Si alza già, della millenaria tomba nella che giaceva, Quella che aspettò al suo Perfetto Amante e questa resurrezione della Madre è al Figlio come una chiara intuizione che profetizza nel suo cuore la gran ora del Mistico Matrimonio.

 

Insegnamento 16: Necessità di Amare

Colla stessa allegria del che inizia un viaggio a terre sconosciute, con la stessa ansia inspiegabile del che ama per attrazione alla cosa ignota, così, il meditante deve aspettare con fervorosa allegria l'ora del suo profondo viaggio introspettivo, aspettare l'istante in che la sua pienezza trasforma tutto il giorno in un atto di continua meditazione.
Nel frattempo, fino a che arrivi quello giorno, l'ora della sua preghiera sarà la più ansiosamente attesa, quella della sua libertà unica, quella del suo insegnamento incomparabile.
In lei imparerà a scoprire che ha tutto; che tutto è disposto per insegnargli una scienza che nessuno libro può offrire. Lì sentirà il Messaggio della Divina Madre al Figlio, in profonda intimità di amore.
Ed ogni giorno più quella devozione e quell'intensità di amore lo porteranno a pronunciare meno parole, a discorrere, a filosofare meno; a tacere; ad amare in silenzio, in possesso di amore, fino ad arrivare l'anima al Silenzio Mistico per amore, dove, come nelle grandi ore umane della morte e del dolore, non si trovano oramai più parole.
E mentre il Figlio impara a tacere, occultamente la Voce del Maestro parlerà una nuova lingua all'anima. Lingua di intuizione di amore che lo eleverà oltre il tempo e lo spazio, dove solamente lo spirito eterno abita.
In quello stato, tutti i suoi giorni saranno di festa, e transiterà semplicemente tra gli uomini, ma con vestigi del suo Gran Viaggio per il mare eterno.
Imparerà a riconoscere in tutte le filosofie, religioni, libri e discorsi le verità che egli stesso scoprì, e sentirà ovunque l'insegnamento del Maestro.
Ma il Figlio deve ritornare al piano della vita comune.
Non sarà oramai lo stesso, quell'anteriore alla gran esperienza interna. La visione di una nuova vita ed l'Insegnamento ricevuto di labbra del Maestro Divino non furono in vano.
La vivida esperienza, la conoscenza profondamente interiore e l'esperienza eterna hanno trasformato al Figlio.
E nasce allora nell'anima un nuovo fervore, una nuova ansia anteriormente sconosciuta, la necessità di fare partecipe ad altri della sua scoperta reale del Dio vivo, del suo incontro colla Divinità attraverso la preghiera.
Esperienza che lo soffoca per la sua grandezza ed incita a trasmettere la sua buona notizia alle anime che non sono arrivati ancora in quello porto di prosperità che ha appena toccato.

 

INDICE

Insegnamento 1: La Preghiera È Amore
Insegnamento 2: Idea Chiara della Preghiera
Insegnamento 3: Purificazione Iniziale
Insegnamento 4: La Scala del Cielo
Insegnamento 5: Il Perfetto Olocausto
Insegnamento 6: Il Libro Immortale
Insegnamento 7: Vita Nuova
Insegnamento 8: Santificazione del Lavoro
Insegnamento 9: La Divina Presenza
Insegnamento 10: L'Ora Eterna
Insegnamento 11: La Passione Redentrice
Insegnamento 12: Santa Unione
Insegnamento 13: Solitudine Interiore
Insegnamento 14: La Morte Mistica
Insegnamento 15: L'Insegnamento
del Maestro
Insegnamento 16: Necessità di Amare

 

 

 

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