INDICE

Insegnamento 1: Il Messaggio della Rinunzia
Insegnamento 2: Questo è il Regolamento
Insegnamento 3: Riunione di Anime
Insegnamento 4: Il Corpo Mistico
Insegnamento 5: L'Amore nei Voti
Insegnamento 6: La Legge della Rinunzia
Insegnamento 7: La Religione Universale
Insegnamento 8: La Fede
Insegnamento 9: Il Superiore di fronte all'Anima
Insegnamento 10: Il Superiore Guida dell'Anima
Insegnamento 11: Il Superiore Come Direttore Spirituale
Insegnamento 12: Il Lavoro dell'Oratore
Insegnamento 13: Esposizione dell'Insegnamento
Insegnamento 14: I Beni Intrinseci di Cafh
Insegnamento 15: Tempo Dimensionale e Tempo Espansivo
Insegnamento 16: Trasmissione del Messaggio della Rinunzia

 

Insegnamento 1: Il Messaggio della Rinunzia

La Rinunzia è l'unico camminò per la salvazione del mondo e non c'è un altro cammino di salvazione per l'anima fuori della Rinunzia.
Questo non è solamente un postulato dottrinario, bensì una legge essenziale e contingente dell'universo e dell'Umanità.
Il Figlio di Cafh deve trasmettere a tutte le anime il Messaggio della Rinunzia, perché le verità più semplici e chiare sono ignorate sempre per l'Umanità.
Il Figlio di Cafh non trasmette alle anime il Messaggio della Rinunzia di un determinato modo, bensì facendosi egli stesso un canale vivo per il quale si trasmette il Messaggio, egli stesso è l'espressione viva del Messaggio, egli stesso è il Messaggio.
Il Figlio, quando entra a Cafh come Patrocinato, deve conoscere il Messaggio della Rinunzia senza dilazioni. Se il Figlio non è messo immediatamente in contatto col Messaggio della Rinunzia, si perde. Molte anime si allontanano del Cammino perché non sono messe in contatto immediato colla verità che cercano confusamente, e per la quale sono stati chiamate. Fermare i Figli nei principi con dottrine attenuanti o di transizione è frustrarli.
Immediatamente il Figlio Patrocinato deve ricevere e conoscere il Messaggio della Rinunzia.
Il Messaggio della Rinunzia è dato al Figlio Patrocinato come un’Idea, un'Idea fondamentale, irrefutabile, unica.
Il Figlio Solitario di Cafh pratica il Messaggio della Rinunzia.
L'Idea conosciuta per la mente del Figlio è sentita, si fa sentimento intimo profondo, si stanzia definitivamente nel cuore.
Il Solitario, gradualmente, fa del Messaggio della Rinunzia il suo punto di concentrazione e di sentimento, l'espande ed amplifica continuamente dentro di sé, fa di questa unità di idea e di sentimento una forza che dissipa di poco tutte le altre idee e sentimenti. Si dice dissipa perché nessuna idea e sentimento necessario al sostegno e sviluppo della vita possono essere soppressi; sopprimerli sarebbe potenziarli e darli una forza eccellente sulle altre idee e pensieri.
L'Idea Unica del Messaggio della Rinunzia trasporta le idee ed i sentimenti comuni ed abituali in un piano superiore razionale emotivo, come fu già fatto in generale per l'anima colle impressioni e sentimenti vegetativi.
Il Figlio Ordinato vive il Messaggio della Rinunzia, egli stesso è il Messaggio.
Il Figlio Ordinato che vive il Messaggio della Rinunzia tra le anime che seguono una via unilaterale necessariamente trasforma suo vivere in un patimento continuato.
Vive una vita divina al contatto con una vita umana, e questo è necessariamente soffrire. Il suo patimento si trasformerà in immolazione, perché non potrà vivere la pienezza della sua vita divina fino a che tutte le anime non siano liberate per il Messaggio della Rinunzia.
Il Figlio di Cafh conosce, pratica e vive di maniera contingente il Messaggio della Rinunzia per il compimento del suo giuramento e dei suoi voti, di maniera unita per l'offerta e l'olocausto.

 

Insegnamento 2: Questo è il Regolamento

L'anima, mettendosi in contatto colla Gran Corrente, rimane immediatamente trasformata: di essere umano si trasforma in un essere divino e come un uomo ha leggi e norme naturali che compiere, l'essere divino, subito che si trasforma in tale, rimane sommesso a leggi e norme spirituali.
Il Regolamento di Cafh non è allora un insieme di leggi e norme imposte, bensì il modo di vivere spontaneo e spirituale dei Figli. Per quel motivo egli incomincia con queste parole: “Questo è il Regolamento di Cafh." Non dice questo scritto, queste norme, queste leggi, bensì semplicemente "Questo", perché egli è forza motrice dello spirito registrata nel cuore dei Figli.
Il modo come il Figlio esprime questa legge nella vita è la norma scritta che segue al primo paragrafo del Regolamento.
È la voce della Divina Madre parlando all'udito ed al cuore dei Figli, come se avesse condensato nel suo Insegnamento tutti i valori dei codici sacri e dei cammini mistici, come se avesse dato una formula dell'Idea Madre, un'espressione che fosse la sintesi delle norme e del modo di vivere dei Figli di Cafh: la Legge Unica.
Questa voce viva della Divina Madre arriva colla vocazione spirituale ad ognuno dei Figli ed in ognuno di essi registra il Regolamento nel suo cuore. San Paolo scrive per quel motivo anche ai suoi fedeli:       “Voi siete la lettera di Cristo."
Ma le leggi naturali dell'uomo e la ragione umana continuamente lotta contro l'essere spirituale che corre così pericolo di dimenticare la voce e l'Insegnamento Divino. Per quel motivo fu necessario che quella legge divina registrata nel cuore del Figlio fosse, inoltre, trasmessa in linguaggio scritto, come un segno di ricordo e conferma.
Se così non fosse, il Regolamento di Cafh sarebbe anche una legge umana, difficile di soprelevare e slegata della volontà dell'uomo.
Tutte le leggi, ancora le più pesanti, hanno senso quando sono espresse ed adattate alle circostanze del momento. Ma attraverso i cambiamenti e del tempo esse si trasformano in giogo, in dure catene, e la lotta degli uomini è stato sempre uno sforzo per rompere queste catene ed acquisire la sua pristina libertà.
Questo non passerà ai Figli se non umanizzano le norme divine che hanno ricevuto, se non fanno del Regolamento qualcosa di strano ad essi, se lo vivono sempre ed esprimono nella sua vita come un'abitudine spontanea, come una modalità del suo essere intimo, come un'irradiazione della Legge Divina che abita nella sua anima. Ancora quando apparentemente questa legge costi compierla non deve prendersi mai come uno sforzo imposto, bensì come una tecnica spirituale, come una disciplina ascetica ed unica per riuscire il fine proposto.
È necessario che tutte le volte che il sogno razionale ritorni al Figlio al mondo delle ombre la voce del Regolamento si faccia ascoltare e l'avvii per il buon sentiero.
È necessario che quando la debolezza umana tenda ad attenuare nel Figlio la legge divina depositata nella sua anima, il Regolamento scritto ravvivi la sua memoria. Potrebbe essere ancora che attraverso il tempo quello che fu scritto nell'anima del Figli passaggio per epoche di oscurità e dimenticanza, ed allora sarà questa legge scritta quella che farà risorgere le anime scelte, quella che ritornerà a svegliarli affinché ascoltino la Voce Divina.
Le prime parole sono allora fondamentali: "Questo è”. Sono espressione dell'essenza del Regolamento di Cafh e dell'Idea Madre. Sono il segno della fonte della Rivelazione Prima. Sono il sigillo delle anime. Sono l'incentivo della vita, presagio di un trionfo spirituale sicuro.
Queste parole dicono al Figlio che questo scritto deve sparire per lui perché rimarrà scritto nella sua anima permanentemente.
Il Regolamento, per un dono di grazia acquisita, per lo sforzo mistico della Legge Divina fatta realtà, si manifesterà nel Figlio, vivrà nel Figlio; il Regolamento ed il Figlio saranno una sola cosa.

 

Insegnamento 3: Riunione di Anime

Gli uomini, per potere convivere tra sé, hanno bisogno di una partecipazione reciproca di fatti e di abitudini.
Questi fatti ed abitudini sono allo stesso tempo l'origine e risultato dei lacci di sangue, degli obblighi comunali, delle successive leggi, dell'adattamento ambientale, dell'efficienza del lavoro e della stabilità di residenza.
Questi fatti ed abitudini, insieme alle circostanze e necessità, obbligano l'uomo a vivere ed ad essere obbligato verso gli altri uomini, gli danno allo stesso tempo il privilegio di scambiare ed avvantaggiarsi.
Ma questa unione di uomini, soggetta alla successione di fatti e la relazione di abitudini, è provvisoria, non perdura; è soggetta ai cambiamenti, alle alternative, alle separazioni ed il dolore.
I Figli di Cafh, mettendosi in contatto tra sé, trasformano l'unione di uomini in unione di anime.
Si dice "Unione di anime" perché i Figli non si comunicano tra sé per lacci umani, per fatti o abitudini comuni, bensì solamente per una somiglianza spirituale di aspirazioni comuni, espansiva verso la cosa eterna, la cosa infinita.
Questa somiglianza spirituale espansiva non genera una forza umana, bensì una forza soprannaturale, spirituale, divina.
Quindi la riunione di uomini è una forza umana con risultati transitori, mentre la riunione di anime è una forza divina con risultati permanenti.
Allora, come la riunione di anime di Cafh non è umana bensì divina, ha il bene supremo della perdurabilità. Rimane attraverso tutti gli avvenimenti, di tutte le distanze, di tutti i cambiamenti, di tutti i tempi.
I Figli di Cafh per questa divina riunione affermata e consacrata per i voti ed il giuramento rimangono fisicamente, mentale e spiritualmente uniti tra sé, non c’è potere capace di separarli.
Quando i Figli non siano riuniti la forza della sua unione traccia cammini magnetici nello spazio che li riunisce continuamente, per molto distanti ed appartati che si trovino, perché uno solo è il Sentiero dei Figli di Cafh. Ancora se essi non si conoscono, la voce di tutti si unisce in una conversazione soprannaturale per proclamare l'Insegnamento. L'immagine di uno è l'immagine di tutti, perché tutti si identificano nel Corpo Mistico di Cafh coi suoi Corpi di Fuoco.
Questa riunione di anime è unica nella terra perché amalgama fortemente, divinamente e sopranaturalmente tra sé ai Figli che, partecipando alla Gran Opera che non ha punto di appoggio esterno ed umano, non possono soffrire dispersione di energie, poiché questa fluisce unicamente sul mondo attraverso il Potere della Gran Corrente.
L'unico segno di riconoscimento esterno che hanno le anime di Cafh è il soave vincolo dell'amicizia.
L'amicizia è il riflesso di quello che è l'unione delle anime nella cosa intima, poiché l'amicizia fa unire ed amare tra sé agli esseri per la semplice ragione che si sentono inclinati a questo, e per nessuna altra causa.
L'amicizia dei Figli è una partecipazione di virtù comuni, è un'espressione di doti morali simili, è una conoscenza reciproca ed amorosa di tutte le conoscenze dell'Insegnamento. È un incentivo per riflettere tra sé la propria capacità spirituale espansiva.
L'amicizia dei Figli fa di essi centri potenziali simili, Corpi di Fuoco risplendenti, canali vivi che non riducono e limitano all'Umanità ma perdono abbondante potere di realizzazione su lei.
I Figli di Cafh che hanno passato all’aldilà rimangono ancora vivi tra i Figli della Terra. La sua esperienza viva è permanente nelle Tavole per il ricordo e l'efficienza di conoscenze e di amore.
Questi Figli delle Tavole Astrali vivono qui, per la sua stessa forza spirituale, attraverso le sue opere, i suoi lavori, i suoi insegnamenti ed gli sforzi.
La riunione di anime di Cafh è allora tanto eccellente e straordinaria che trascende tutti i limiti, penetra negli angoli più appartati del mondo, entra nell'anima di tutti gli esseri.
È una vibrazione messa in movimento che deve cambiare la faccia il mondo.

 

Insegnamento 4: Il Corpo Mistico

Cafh è essenzialmente divino; in sé non determinato. Per quel motivo la sua manifestazione attraverso il Corpo Mistico è integrale.
Cafh è idea semplice che si moltiplica per reversibilità, si espande per partecipazione e si risolve come manifestazione di presenza.
Il Corpo Mistico di Cafh rivela la sua potenza divina.
Il potenziale divino di Cafh non è un potenziale determinato perché il Corpo Mistico di Cafh non è determinato. Se il Corpo Mistico di Cafh si risolve è per reversibilità. Cafh non fa, Cafh plasma.
In quello senso Cafh, come attività umana, non è la materializzazione di un'idea che è sempre la morte di un'idea, bensì il fermento, la formazione dell'Idea che è la vita di Idea perché è reversibilità.
Un'idea fatta qualcosa, sparisce come potenzia. Un'idea quando si forma, rimane, e la sua potenza è sempre divina nel senso che si proietta e muore per dare possibilità ad un'altra idea-vita.
Cafh, come potenza divina, non si opporsi ad un'attività umana. Cafh, come attività umana, non riduce l'Idea Divina.
Cafh, come Corpo Mistico, è Ired, Rinunzia, vita: Vita Divina che è attività in sé, forza creatrice, potenza infinita.
Cafh non è solamente un’Idea, una forza, un sentimento o un'organizzazione. Cafh è; per quel motivo non ha un corpo, bensì un Corpo Mistico.
Il corpo spirituale, mentale e magnetico di Cafh formano il Corpo Mistico di Cafh.
Il Corpo Spirituale di Cafh è Idea Semplice.
L'Idea di Cafh non è un'idea nuova, né una dottrina, né una peculiare forma del pensiero. L'Idea di Cafh è Idea Semplice.
L'Idea Semplice non appartiene ad un campo mentale determinato. In realtà non ha ubicazione né attributi; la cosa semplice esclude ogni polarità caratteristica. Per quel motivo Cafh, come Idea, non è qualcosa possibile di captare o comprendere, bensì può realizzarsi solamente come integrazione a Cafh, come Stato di Coscienza in Sé.
La realizzazione dell'Idea di Cafh non è l'identificazione con un'idea bensì Illuminazione Spirituale. L'Illuminazione Spirituale non è una comprensione, nemmeno una comprensione trascendente. L'Illuminazione Spirituale è un'integrazione di valori in un elemento semplice; la riduzione del composto all'unità.
L'Unione Divina non è unione propriamente detta, è sparizione di ogni dualità. L'Unione Divina non può avere attributi; è la sparizione dell'unità nella semplicità.
La Rinunzia è Unione Divina perché è lo stato negativo, semplice.
Quindi, l'Idea di Cafh è Rinunzia.
L'atto puro è l'atto divino, l'atto in sé; è l'elemento di ogni atto, di ogni plasmazione, di ogni realizzazione. È, in sé, realizzazione.
Il Figlio partecipa alla Divinità attraverso l'Atto Puro.
Il Figlio si semplifica per la Rinunzia fino a trasformarsi in un atto potenziale generatore. Egli non è oramai un riflesso della Divinità bensì la Divinità stessa.
Lo stato semplice dell'anima non è compreso comunemente per i Figli. Essi assimilano la Rinunzia alle rinunzie contingenti, e credono che la semplicità sia il punto finale di una traiettoria. La traiettoria esiste in tutti gli atti meno nella Rinunzia. L'apparente traiettoria delle rinunzie contingenti non è la Rinunzia, bensì predisposizione alla Rinunzia che non è movimento, bensì permanenza statica. Tuttavia, quella permanenza si manifesta attraverso tappe e risultati definitivi.
L'Idea Semplice trattiene in sé la potenza dalla sua plasmazione integrale. La possiede perché per essere semplice, è reversibile, È.
L'unione con l'Idea Semplice non è identificazione con un aspetto della sua plasmazione, il più elevato, bensì con lei stessa attraverso l'integralità del suo stato consumato.
Non è possibile l'identificazione con l'Idea Semplice in sé, bensì attraverso uno stato di similitudine che non può essere mai semplice in sé, poiché è parte della cosa composta. Ma può unirsi per reversibilità, per identificazione col suo stato integrale consumato.
L'identificazione totale colla cosa Eterna non è di questo mondo, ma sì lo è l'unione con Lui per reversibilità, per Rinunzia.
L'Unione Divina, sebbene sia uno stato statico, per essere reversibile, si plasmi in stati di olocausto, consegna, offerta, sia Rinunzia permanente. Non è così nel buonsenso dei termini, bensì uno stato spontaneo e semplice. Per la Rinunzia permanente si arriva all'Unione Divina attraverso l'offerta; la Divina Madre si dà al Figlio ed il Figlio si dà alla Divina Madre.
Un'idea non si plasma; un'idea è la formazione dell'Idea.
L'Idea è Luce; un'idea, come formazione, non lo è; al massimo è riflesso.
La plasmazione dell'Idea è forza di realizzazione che si risolve in atto.
L'Idea è atto puro; la plasmazione dell'Idea è un atto che muore creando l'Idea.
La plasmazione dell'Idea stabilisce una linea, un ordine, una traiettoria, un'organizzazione.
La forza di Cafh non è una forza umana. Non è il risultato di un movimento o di un pensiero. Neanche è il risultato della capacità o dello sforzo dell'uomo.
Per più elevato che sia il fine e le forze d’un obiettivo, l'uomo non può creare una forza soprannaturale. Ma può fare che la cosa soprannaturale lui venga. Ma, quello non incatena la cosa soprannaturale ad un uomo, ad un gruppo o un'organizzazione.
La forza di Cafh è soprannaturale perché è risultato della Rinunzia.
I Figli non possono svisare mai o trasformare la forza di Cafh; possono comunicare o non di lei. Il Figlio non può svisare mai a Cafh, ma può svisare a Cafh in lui.
Il Figlio per la sua Rinunzia partecipa all'Idea; egli, come elemento semplice, è la forza e l'Idea. Ma se i Figli hanno in Cafh un altro sostegno fuori della Rinunzia partecipano a Cafh soltanto umanamente, e sono un'idea e contano su una forza. E quell'idea e quella forza non sono sufficienti per mantenere integralmente i Figli nell'ideazione di Cafh; non partecipano ad un corpo mistico integrale. Non perché questo non possa avere forza ed elemento spirituale, bensì perché questi non saranno già spirituali in sé, bensì espressione umana di un anelo spirituale.
Cafh è, ma il Figlio non può essere Cafh.
L'unica condizione di plasmazione dell'Idea in una forza è la Rinunzia. È la Rinunzia perché è l'unico mezzo effettivo che ha l'essere per comunicare divinamente.
L'Idea in sé, è; ma la sua plasmazione ubbidisce ad un movimento. Questo movimento non è un movimento direzionale bensì un movimento in sé, il movimento semplice.
Per potere partecipare a quello movimento semplice è necessario assomigliarsi totalmente, e quella somiglianza si riesce per la Rinunzia.
Il Figlio partecipa unicamente a quello ritmo divino attraverso la Rinunzia che è Unione Sostanziale colla Divina Madre. Egli non può pensare mai che ha un'altra base per la sua vita spirituale. Se i Figli collocano la sua vita spirituale in una base che non è completamente soprannaturale, formeranno solamente un corpo naturale, con caratteristiche umane, limitato nel tempo e soggetto al ciclo delle cose umane.
Dove c'è plasmazione è necessaria la luce per non perdere la partecipazione integrale all'Idea. Il movimento discendente deve essere sempre ascendente; se non smette di essere Ired per impadronirsi un movimento di un potenziale determinato, con una portata, e niente più. Quindi, è necessaria luce-tenebra non per materializzare l'Idea, bensì per plasmarla.
Cafh non è Cafh, bensì un'espressione di Cafh.
La forza di Cafh non sta in essere qualcosa, bensì in essere plasmazione. Ma lì dove c'è plasmazione c'è separazione apparente.
La realtà obiettiva non è l'insieme altro che la parte rozza dell'insieme.
La cosa necessaria, allora, per il mantenimento della purezza dell'Idea, è la permanenza nella cosa spirituale dell'idea, poiché la base che si spacca è il suo aspetto materiale.
L'Opera di Cafh è solamente spirituale, come atto puro, come Ired. Per quel motivo si manifesta nel mondo. Si manifesta come opera nelle anime e come opera attraverso le anime. E quell'opera particolareggiata, torna a salire fino alla cosa semplice e divina per partecipazione al Corpo Spirituale che è Illuminazione Spirituale.
Questo movimento apparente che è fonte di ogni movimento e vita, incontra come possibilità alle anime di Cafh l'Unione Sostanziale la Divina Madre e, allo stesso tempo, fa delle opere dei Figli plasmazione dell'Idea di Cafh che è sempre divina ed universale. I Figli fanno così, attraverso il suo sforzo ed offerta, un'opera divina nel mondo.
I Figli che non comprendono l'ideazione divina di Cafh, perdono il suo tempo e non partecipano integralmente al Corpo Mistico. Credono sempre che il suo lavoro, la sua idea ed opera personale sia l’Opera, quando in realtà essi non partecipano così alla Gran Opera, limitando le sue possibilità divine ad un campo umano che porta sempre al fallimento.
Per il Figlio non c'è un'altra Opera che la sua integrazione totale a Cafh che è un’offerta assoluta del suo essere, le sue possibilità ed i suoi sforzi a Cafh. Ma allo stesso tempo quella Rinunzia divinizza l’offerta del Figlio moltiplicando divinamente quelle possibilità, e concedendo il dono di una partecipazione sostanziale all'Integrità della Gran Opera.
Tutte le anime partecipano all’Ideazione Divina e tutte arriveranno alla liberazione finale. Ma ogni anima determina, secondo il suo sforzo, la sua partecipazione attuale alla Gran Opera.
I valori individuali separati non partecipano al Corpo Mistico di Cafh.
L'Opera si fa sempre per partecipazione che è sparizione per la Rinunzia nell'Opera stessa. Un valore indipendente esclude ogni partecipazione, e non solamente non partecipa, bensì si opponi all'Opera come punto irriducibile di personalità. Una personalità è il punto di precipitazione dei valori umani separati, sempre contrari al movimento espansivo di partecipazione.
La vera offerta non è lo sforzo personale per riuscire un bene determinato, bensì lo sforzo impersonale di Rinunzia integrato per l'amore ad un'opera comune.
Le anime partecipano al Corpo Mistico di Cafh secondo quell'unità d’offerta. Quella offerta, se è integrale, è liberazione; perché dove c'è olocausto c'è Unione Divina.
Quella capacità d’offerta è determinata per una predisposizione naturale dell'essere o dipende da uno sforzo volitivo?
L'essere, ancora con lotte e sforzi, arriva facilmente fino ad un punto, ma per trascenderlo sono necessari uno sforzo ed una Rinunzia non comuni. Sono molto pochi quelli che lo riescono; tuttavia, quello non nega il libero arbitrio, bensì lo comprova.
 La possibilità di variare l'intensità di uno sforzo o di scegliere è una visione molto povera dell'arbitrio. Quello piccolissimo margine di libertà dentro una traiettoria fissa non può capirsi come libertà, benché lo sia dentro il suo circolo.
Il vero libero arbitrio è quello che può rompere il limite di determinate possibilità per farsi padrone di un altro ordine di possibilità.
L'uomo lotta per conquistare un arbitrio che non è tale e si schianta contro le sue reali possibilità. Solo quello che salta sulle sue possibilità contingenti realizza le possibilità reali. Tuttavia, la gran maggioranza capisce per liberazione la realizzazione delle possibilità contingenti.
Ovviamente che il salto sulle possibilità contingenti non significa la realizzazione assoluta poiché, allora, le nuove possibilità diventano eventualità; ma se si riesce la permanenza nella Rinunzia la linea non si interrompe fino al fine. Allora è espansione infinita che oltrepassa quello ch’è reale e contingente; la partecipazione è reversibilità e la reversibilità perfetta, Rinunzia; la retta è curva, la curva, circolo, ed il circolo, croce.
Il desiderio d’offerta produce un potenziamento interno. Quella forza, moltiplicata per la persistenza del desiderio, non essendo tramutata in forza spirituale pura per uno stato negativo di Rinunzia, crea una necessità d’azione: fare qualcosa, fare "il bene."
L'azione esiste sempre, ma questa azione cercata non è più che la spesa inutile di un potenziale che, sostenuto per la permanenza, avrebbe raggiunto un'espansione non determinata.
È evidente che l'atto interiore d’offerta, se è divino, non può tradursi in un atteggiamento dato. Lo stato interiore negativo, per essere completamente opposto agli stati positivi di azione-spesa, non offre manico alcuno.
Quindi la Rinunzia non può essere compresa bensì per similitudine, ed i Figli, sebbene essi partecipino a Cafh, non partecipano sempre comprensivamente alla sua Ideazione Divina che è Rinunzia.

 

Insegnamento 5: L'Amore nei Voti

Quello che determina la vita spirituale del Figlio è il momento della sua entrata a Cafh.
In quello momento è necessario l'esame retrospettivo affinché l'anima comprenda come, ancora stando alla cieca, fu portata per il suo destino alla strada spirituale.
Quanto più grande è l'intervento divino nella vocazione del Figlio tanto più è la sua apparente inattività nella prima offerta.
Sentimenti sconosciuti sequestrano all'anima del Figlio mettendosi in contatto colla Strada ed emerge solo un sentimento confuso ed oscuro di gran responsabilità, e la responsabilità dà l'amore.
L'amore conta solo. L'amore è il principio ed il fine del sentiero.
L'entrata del Figlio a Cafh determina, allora, tutto il destino futuro del Figlio e la sua offerta confusa ed oscura è, tuttavia, il nesso di ogni responsabilità e compromessi ulteriori che gli saranno dati.
Come nessuno conosce ai predestinati per Cafh l'affanno di tutti i Figli deve essere quello di richiamare a tutte le anime al sentiero spirituale. L'unica guida del Figlio per la conquista dell'anima è l'amore che deve essere in lui come un fuoco che si proietta su tutte le anime e che si manifesta con desiderio immenso di vedere a tutte le anime nel sentiero della Divina Madre.
Questo desiderio comunica al Figlio il dono di una parola viva per la conquista delle anime facendosi un esempio vivo agli occhi di esse e cercandoli continuamente.
Il Voto di Silenzio è la logica conseguenza dell'amore del Figlio verso la Divina Madre. Il Figlio in contatto con Cafh scopre l'amore nell'immagine della Divina Madre, e quello che ama desidera solo l'oggetto amato, e stringe un laccio di intimità e di silenzio tra l'anima e la divinità.
L'amore della Divina Madre allontana al Figlio di tutto. Chiude i suoi occhi perché vuole solo vedere l'immagine cara. Lo fa silenzioso, riservato, amante della preghiera intima, della vita interiore che è il tesoro del voto di silenzio.
Il Voto di Silenzio non è allora un'imposizione, bensì una necessità ascetica mistica dell'anima. Il silenzio abituerà all'anima ad essere casta, cauta, immateriale, per amore alla Divina Madre e, soprattutto, gli darà capacità per ascoltare la voce divina, per ricevere gli insegnamenti interni e diretti che non può pronunciare nessuna voce umana.
L'amore ai Voti è forte come la morte. Per quel motivo il Voto di Fedeltà è una necessità dell'anima devota. L'uomo cambia continuamente e non può rimanere mai in uno stesso atteggiamento. Nessun atto umano è costante. Solamente l'amore alla Divina Madre può dare all'anima fedeltà, farla degna del Voto di Fedeltà. Solo la fedeltà divina è degna di quello nome e lo fa fedele fino alla morte.
L'amore umano per la fedeltà diventa divino. L'amore fedele è integro, totale, senza riserve.
L'amore fedele fa al Figlio osservante, puntuale, attento. Egli è una manifestazione del suo voto di fedeltà. Egli è la fedeltà.
L'amore fedele fa al Figlio diligente dei suoi sentimenti, vigila distintamente il suo interiore ed il suo modo di pensare.
L'amore fedele fa al Figlio partecipante della dottrina fondamentale di Cafh. Come potrebbe un Figlio essere fedele alla Divina Madre se non partecipa al suo modo di pensare?
L'amore fedele è espressione integra della dottrina di Cafh alla quale, per la sua spontanea adesione, ha promesso fedeltà.
Il Figlio è stato portato per la fedeltà al Voto di Obbedienza.
Il voto di Obbedienza è essenzialmente un atto d’amore mistico e spirituale.
La strada spirituale può essere percorsa un tratto per lo sforzo e la volontà del Figlio, ma quando arriva ad una certa altezza dove le rotte non sono oramai umanamente tracciate, è necessario allora che il Figlio abbandoni la sua volontà e si arrenda nelle braccia divine.
L'anima non arriverà alla meta senza un Maestro che gli tenda la mano che lo guidi nei suoi alti destini.
La Divina Madre è la rotta finale del Figlio. È necessario gettarsi nelle sue braccia per arrivare. Questa sottomissione amorosa alla Divina Madre è ideale per il Voto di Obbedienza, per il suo compimento, per fare al Figlio interamente sottomesso ai suoi Superiori.
Il Figlio deve vedere unicamente nel Superiore alla Divina Madre.
L'obbedienza prestata al Superiore come uomo è una cattività. Ma l'obbedienza prestata al Superiore come immagine della Divina Madre è sottomissione di amore, fonte di comprensione e di felicità.
L'obbedienza umana è lenta, importuna, difficile. L'obbedienza divina è pronta, sincera, senza riserve.
L'obbedienza perfetta porta all'anima al Voto di Rinunzia. Il Voto di Rinunzia è offerta di amore. L'anima, come continua a scoprire i tesori dell'amore, deve rifiutare tutti gli opposti, non vuole che niente né nessuno l'a parte bene suo.
Totalmente l'amore che si arrende è un'espressione oltre ogni possibilità mentale ed agisce solo nelle sfere soprannaturali e divine.
La Rinunzia segue queste tappe mistiche: Rinunzia di gusti e piaceri, Rinunzia di possesso, affinità, consanguineità ed amicizie, Rinunzia di vita. Il Voto di Rinunzia è amore soprannaturale.
I Voti non sono solamente un atto che fanno i Figli atti per Cafh, bensì sono soprattutto il modo ed il risultato dell'amore, e non c'è un altro mezzo per riuscire l'amore soprannaturale bensì quello dei Voti che sono il mezzo di vivere, sentire ed esprimere la vita divina.
I voti sono l'alimento vivo che uniscono permanentemente il Figlio alla Divina Madre.
I Voti sono il Cammino. I Voti sono la stessa Divina Madre.
Il Figlio per i suoi voti riesce uno stato d’amore permanente ed unitivo, colla Divina Madre.

 

Insegnamento 6: La Legge della Rinunzia

I Figli di Cafh dovranno essere ubbidienti alle leggi vigenti nel paese al quale appartengono o che li ospita.
È chi pensano che solo sia necessario ubbidire a leggi giuste ed opporsi ad altre che sono cattive per i popoli.
La missione di Cafh sulla terra non è quella di giudicare o determinare quali leggi sono buone o quali sono cattive, perché nel Piano Divino è disposto quali sono le organizzazioni che devono determinare su questo punto. Ma come nessun essere umano può prescindere dalle responsabilità che come tale gli corrispondono dentro la società, e sarebbe irresponsabile che si allontanasse dai problemi dei paesi, è necessario esporre su quale dottrina si basa questo mandato di obbedienza alle leggi.
Cafh proclama che nessuna legge può essere sempre buona ed avere risultati efficienti se non si basa sulla Rinunzia e che, partendo di questo postulato fondamentale, tutte le leggi sarebbero conseguentemente buone.
Le leggi sono sempre umane; buone oggi, non buone domani; soggette ad infinità di cambiamenti e circostanze; applicate secondo il criterio degli uomini che li proclamano e li controllano, mentre la Rinunzia è una legge unica, universale, invariabile. E come la Rinunzia è una legge unica, divina, espressione dell'Idea Madre della Razza Ariana sulla terra, fu proclamata per i Grandi Iniziati di tutti i tempi.
Il desiderio di possesso, la paura di perdere i beni e la vita, l'avarizia cumulativa degli uomini li ha allontanati da questa legge unica, fonte di ogni felicità, e ha fatto necessaria l'imposizione di leggi e più leggi per contenere questi mali.
Ma se l'essere compie la Legge Divina della Rinunzia, le leggi umane diventano facili e sopportabili e la deroga, quando non sono oramai utili e buone, colla sola forza della sua condotta e resistenza morale.
Il Figlio di Cafh deve essere ubbidiente alle leggi perché, prima di toglierlo, esse costituiscono una contribuzione per riuscire la legge unica della Rinunzia. Ancora sottomettendosi a leggi ingiuste, colla Rinunzia alla propria volontà si fissa la scadenza di quella stessa legge.
Tutti i Grandi Iniziati hanno proclamato e praticato questa Legge Eterna e l'hanno manifestato nel mondo colla sottomissione e la Rinunzia.
Il programma politico di "Non Resistenza" di Gandhi è di sempre un Messaggio.
San Francesco trova la perfetta felicità sposandosi con Madonna Povertá.
Gesù predica la Rinunzia come la Legge Suprema. "Quello che vuole seguirmi che lasci tutte le cose e venga", e non tutte le cose bensì ancora a sé stesso, la sua stessa anima. "Quello che vuole salvare la sua anima la perderà e quello che la perde vivrà eternamente."
Il Buddha predica la Rinunzia come unico mezzo di fraternità tra tutte le classi sociali, e riesce la pace e felicità.
La legge di Rinunzia, basandosi sul distacco dei propri valori, non è una legge esteriore, bensì una Legge Interiore. Com’è un atto negativo della volontà sensoriale ed intellettuale fa al'essere morire all’attuale vita esteriore: al modo di operare, di sentire, di pensare. Compie obiettivamente tutte quelle funzioni senza identificarsi con quello pensato, sperimentato, fatto. Egli, smettendo di fare, si trasforma in Essere, in Testimone Semplice di sé stesso.
I suoi valori negativi per l'atto di Rinunzia costante che non è non fare, bensì fare senza attaccarsi alla cosa fatta, trasportano l'uomo ad uno stato infinitamente superiore: stato di super-sentire, super-operare, super-pensare con risultati insospettati. Ancora Cristo dice: "Voi che l'avete lasciato tutto per me, riceverete il cento per uno ed inoltre la vita eterna."
Il potere di questi esseri che praticano la legge interna di Rinunzia è immenso, ma sarebbe imperfetto se fosse solamente il bene di alcuni poco.
Questo bene deve stare in portata di tutti gli uomini; non può avere felicità perfetta se un solo essere non partecipa alla stessa.
È necessario che il Figlio di Rinunzia compia tutte le leggi degli uomini insieme a tutti gli uomini, affinché la sua partecipazione sottomessa egli un'a tutti gli uomini e li metta in contatto colla sua vibrazione e sentimento interiore.  Questa partecipazione deve insegnare agli uomini che non è con rivoluzioni, guerre e cambiamenti di leggi che si riesce la felicità dei paesi, bensì solamente partecipando alla Legge Unica e Divina della Rinunzia.

 

Insegnamento 7: La Religione Universale

Cafh, indicando ai suoi Figli che dovranno essere rispettosi della religione del suo paese, non vuole dire che i Figli debbano abbandonare la sua religione di origine per abbracciare la religione vigente nel paese, né che in determinate occasioni non si accordino alla controversia su materie di religione, quando questa si realizzi con conoscenze di testi e cause.
Inoltre, Cafh, misticamente e trascendentemente, riconosce il valore e l'unità fondamentale di tutte le religioni. Per quel motivo, sebbene il Figlio possa avere originariamente un'altra religione, spontaneamente sente la maggiore deferenza e rispetto per la religione o le religioni che professa il paese col quale convive.
Quello che non è ammissibile nel Figlio è il cambiamento di una religione ad un'altra.
Quando un essere passo di un'a un'altra religione è perché la sua anima ha bisogno di un'altra esperienza spirituale, è perché crede che in quell'altro credo troverà la sua realizzazione. Quello cambiamento, allora, bisogna considerarlo solo come un passo nell'evoluzione spirituale.
Se il Figlio di Cafh crede nell'unità fondamentale di tutte le religioni, se creda che le Rivelazioni delle Grandi Religioni derivino congiuntamente dalla Rivelazione Unica dell'Idea Madre della Razza Ariana, se crede che le Grandi Tradizioni dei diversi credi siano la trasmissione continuata della Rivelazione secondo la necessità e l'idiosincrasia dei diversi paesi che li hanno rispettate, non può cambiare di religione.
Se il Figlio desiderasse effettuare un cambiamento di religione per un'aspirazione interna ed un desiderio di maggiore anticipo spirituale ciò significherebbe che non ha trovato in Cafh quello che cercava nelle sue aspirazioni spirituali e, prima di effettuare quello cambiamento dovrebbe abbandonare quello verso Cafh.
Questo sarebbe stato più per lui una religione e non l'idea e la realizzazione trascendente della Religione Universale.
I Figli non devono confondere questo concetto di Religione Universale.
Si crede generalmente che quando si parli di questa Religione Universale, questa sia un nuovo credo che sorgerà nel futuro abolendo tutte le altre religioni. Così compresa sarebbe così più una religione e non la Religione Universale.
Bisogna ammettere che una nuova religione si sta sviluppando nel mondo. Una religione frutto del dinamismo mentale e della ristrutturazione di valori dimensionali che si profilano nel mondo in questa epoca.
Sarà una grande e preziosa religione, ma non la Religione Universale.
La Religione Universale non si fonda né incomincia, bensì deriva e fluisce costantemente dell'Idea Madre della Razza Ariana, e quando sia instaurata sulla Terra non sarà perché incomincia, bensì sarà perché tutti gli uomini comprenderanno e riconosceranno quello che è stato sempre alla sua portata.
Tutte le Grandi Religioni esistenti dicono che esse sono uniche ed universali e che devono regnare su tutti gli uomini; ma non è così, sono proporzionalmente divise tra gli uomini.
È che realmente tutte esse derivano dalla Religione Universale adattate ai paesi, tempi e circostanze.
Quello che compie ogni fedeltà e retta intenzione i precetti della sua Religione, si mette invariabilmente in contatto colla Verità Unica, trascendente, universale.
Cafh non è né una nuova religione né il fermento che potrebbe produrla, poiché in tale caso non sarebbe altro che un più tra già gli esistenti. È certamente un'aspirazione pura e libera dell'anima al riconoscimento della verità trascendente, della Religione Universale.
È per quel motivo che il Figlio di Cafh non deve cambiare di Religione, ma allo stesso tempo è profondamente rispettoso e simpatizzante della religione o delle religioni del paese dove abita.

 

Insegnamento 8: La Fede

Il Figlio basa i suoi stati mistici a realizzare sulla fede, per quel motivo la fede è il supporto della vita spirituale.
Il destino ha messo di fronte all'anima un ideale spirituale, e questo è reale ma sconosciuto, e l'anima l'abbraccia alla cieca ed aderisce con tutte le sue forze, sempre in un atto puro di fede.
Il Figlio appoggiato nella fede penetra nel suo mondo interno ed alza lì il suo tabernacolo segreto, ed a lui si dedica con tutto il suo amore; le esperienze intime, i risultati contingenti lo confermano sempre di più nel suo ideale, e quello che fu contrario attraverso la fede, irrobustisce la sua fede.
Molte anime sacre riempiono tutta la sua vita con questo lavoro ammirabile; tuttavia, esse non sono riuscite la sua fine perché hanno fatto solamente una parte del lavoro spirituale interiore.
Esse hanno continuato solo a tessere attorno all'ideale della fede, non della fede in sé.
Questa provvidenza divina non ha provocato in esse una crisi definitiva che li porti dell'ideale della fede, alla fede. Sicuramente perché esse non avrebbero la forza per sopportarla o, semplicemente, perché questo era il suo destino e la verità gli sarebbe rivelata solamente in altre tappe di vita o in altri piani.
L'anima del Figlio che anticipa nel sentiero spirituale non può, tuttavia, accontentarsi con gli ideali interni della fede e, dovendo possedere la fede in tutta sua la grandezza e potenza, deve passare per crisi interne spaventose sulla fede. Questo è il prezzo.
Sembra una contraddizione che un'anima che vive della fede abbia problemi, contraddizioni e dubbi sulla fede, ma è destino dell'anima spirituale passare di uno stato di conoscenza ideale di eternità, ad uno stato reale di conoscenza di fede. Solo attraverso l'oscurità più assoluta passa dell'ideale alla realtà.
L'anima del Figlio che passa per queste grandi crisi interne è destinata al trionfo ed il possesso della fede in sé, ma è necessario che egli sia ben fondato nella virtù e bene diretto spiritualmente, poiché l'anima è messa qui a tale prova che guadagna, o perde.
Molte anime virtuose sono dure in giudicare al caduto ed il rinnegato, ma non devono dimenticare che la prova della fede è tanto grande che solo i molto forti e temperati possono sopportarla.
Il Figlio tranquillo e sicuro nel Tabernacolo Segreto del suo Tempio d’Oro interno lavora tutta la sua vita per collocare lì divinamente il suo ideale, per quando il nemico entri lì e lo spezzi tutto, che cosa rimane all'anima?
Le anime che hanno alzato tempi a Dio ed i suoi inviati che hanno abbracciato il dogma di una chiesa che credono ciecamente in una filosofia, come potranno continuare a credere quando le sue credenze sono presentate al vivo, nude, inconsistenti?
Per quel motivo molte anime cadono di fronte alla prova interna dalla fede ed il mondo è pieno di poveri che hanno perso la possibilità della sua realizzazione spirituale perché non poterono passare della figura e dell'idea allo stato di eternità.
Nessuno possiede la fede in realtà. Tutte le verità rivelate ed i suoi derivati sono baluardi e derivati della fede, ma non la fede in sé che è un bene esclusivo dell'anima e che questa riesce nella cosa più profonda della sua intimità, senza velo e senza testimoni, quando abbia Rinunziato ancora agli ideali della fede.
L'amata immortale appare solo all'anima dopo che questa trovò il tempio vuoto ed il tabernacolo abbandonato e perso, ancora il Corpo Mistico di nostra Signora.
Le crisi interne si prodursi quasi sempre apparentemente per un fatto esterno. È come se il mondo e la carne intraprendessero fuori dal suo assalto definitivo per penetrare nel santuario interno del Figlio e distruggerlo tutto. Ma il Figlio deve essere sicuro che questo attacco può raggiungere solo gli ideali della fede, mai alla fede in sé.
Quante volte si sentono parole come questi: ho perso la fede. Il Dio adorato si è trasformato in un vecchio idolo consumato; il dogma che era il sostegno, ha perso il suo potere di grazia di fronte alle evidenze della scienza; il sistema filosofico ha lasciato all'aperto la sua dialettica consumata, basata su assiomi non sicuri.
Molte anime non possono arrivare tanto profondamente e rimettersi di fronte a queste apparenti delusioni, per quel motivo rinunziano al combattimento. L'attaccamento alle vecchie abitudini di fede li toglie la possibilità di raggiungere la fede.
L'anima del Figlio forte affronta la crisi, ha un’arma poderosa nelle sue mani che ha acquisito dai suoi anni di prova ed esperienza spirituale. Questa arma è la sua capacità di Rinunzia. Il Figlio colla Rinunzia riesce la vittoria.
L'ideale della fede persiste nell'anima fino a che questa rimane tranquilla e serena, ma subito che un piccolo stimolo la mette in contatto colla cosa esterna, questo ideale è messo a prova. Passa l'anima da alti voli a cadute che la sommergono nel dubbio e la malinconia. Ma l'anima che possiede la fede si fa forte, infrangibile, sicura si conosce a sé stessa, ella è la fede. La fede è lei stessa.
La fede è un bene inerente all'anima che sta sempre ancora presente quando tutto passa e si perde, perché è il potere vivo della divinità nell'uomo. Quando si limita è ideale di fede, sicurezza di credo, ragionamento analitico. Quando è illimitato è fede in sé, fede oscura, intuizione sconosciuta, affermazione della cosa irrazionale e della cosa negativa.
Chi o che cosa potrà strappare la fede dall'anima se ella la possiede? Potranno rompere tutti i credi, decadere tutte le scuole, morire tutti i maestri, ma la fede rimarrà nell'anima come la pelle s’aderisce alla carne.
Il Figlio per la Rinunzia possiede la fede in sé. La fede in sé è l'essenza e la potenza dell'anima, dell'anima devota.

 

Insegnamento 9: Il Superiore di fronte all'Anima

Il Superiore non potrà sviluppare un vero lavoro spirituale nell'anima dal Figlio se non conosce le aspirazioni intime dello stesso.
Dall'inizio egli deve sapere quali i pensieri intimi ed i sentimenti segreti sono dell'anima.
Il Superiore incomincia a conoscere l'intimità dell'anima attraverso la conoscenza della vita del Figlio nel mondo. È necessario lasciare che la conversazione del Figlio sia spontanea e libera, affinché l'anima si apra a poco a poco.
Per la conoscenza dell'anima del Figlio il Superiore deve conoscere la sua formazione familiare. Egli dovrà interiorizzarsi di chi sono i genitori ed i parenti, la condizione sociale in che si sviluppa suo mezzo familiare e, soprattutto, tentare di ottenere il risultato spirituale dell'anima riuscito attraverso la sua convivenza colla famiglia.
Il Superiore si troverà sempre di fronte a casi distinti: il figlio centro di attrazione o il figlio respinto; il figlio desiderato o il figlio indesiderato. Questi stati disarmonici paterni porta complesso nell'anima dei bambini che sempre si vanno sviluppando con gli anni e prendendo a volte proporzioni allarmanti.
Troppe facilità di vita portano nei bambini uno stato di coraggio di sicurezza smisurata che li spingerà alla vanità, alla superbia e l'inattività per paura del fallimento. Mentre, i figli incompresi svilupperanno uno stato di coraggio di incapacità interna che fa loro timidi, schivi e diffidenti.
I successi spirituali più grandi si noteranno sempre in quegli uomini che non sono stati troppo curati di bambini, né neanche sono stati frustati per il destino.
Il Superiore deve conoscere la formazione scolare del Figlio. Deve studiare bene i complessi derivati dell'età in cui il Figlio ha plasmato la sua educazione negli studi primari. Gli estremi sono sempre: o l'alunno eccellente o l'alunno incapace. Tali estremi conducono a formare nel primo il senso di responsabilità colla nota alta e questo conduce a rinchiuderlo nella posizione equivoca di non potere prescindere del trionfo continuo.
È come molti di questi bambini, confrontandosi con gli studi superiori ed avendo il minore contrattempo, cadono nella sconfitta e nell'inibizione, perché manca loro la forza necessaria per confrontarsi colla realtà.
Così il bambino che non dimostra attitudine per lo studio è, a volte, per l'indiscreta parola di un maestro, trascinato al complesso di inferiorità. Si forma in lui uno stato mentale di incapacità che l'inibisce costantemente e non lascia che sviluppi spontaneamente le sue facoltà normali.
Il Superiore deve conoscere anche la formazione sociale del Figlio. Egli deve cercare di conoscere i dettagli circostanziali coi quali il Figlio si è affrontato nella vita. L'adolescente è messa di fronte alla vita di un modo falso o prematuro o violento, facendo che si formi nella sua anima una visione sbagliata dello sviluppo della vita, soprattutto nell'aspetto sessuale.
A volte, queste anime che si erano riempiti la mente di fantasie, illusioni e mondi di fate, ricevono uno scontro violento di fronte alle bruttezze naturali che possono rovinare tutto il suo sviluppo sentimentale.
Per quel motivo il Superiore deve conoscere queste reazioni prime dell'anima se vuole liberarla di intoppi, risolvere i suoi problemi e fare che tornino a trovare la felicità e la pace attraverso il sentiero spirituale.
Quando si incomincia a trattare alle anime queste rispondono più o meno alle domande del Superiore: Come si chiamano, chi sono, in che cosa si occupano, etc. Ma tutte queste domande rivelano solo l'io personale ed esterno col quale l'anima si è coperta, cercando in lui un guscio con il quale proteggersi dal mondo.
Questo io esterno non è più che il prodotto di tutto quello che si vuole nascondere e di tutto quello che non si vuole dire.
La missione straordinaria e prima del Superiore è quella di insegnare non solo alle anime un Esame Retrospettivo che ha come finalità, l'esercizio in sé, bensì l'abitudine spirituale che si riesce per la pratica dell'esercizio, di introdursi senza pericoli in sé, riconoscendo i suoi problemi e conoscendo suo io interno.
Una volta che il Superiore è riuscito che il Figlio Lei di conto che è arrivato a casa sua, la Casa dell'Amore, da solo lo stesso Figlio si spoglierà della sua personalità esterna e riuscirà a riconoscere la parte profonda del suo cuore. Non temerà versi già tale quale è e, guardandosi potrà bene rompere il circolo limitato che lo frena e lo diminuisce nelle sue possibilità.
Naturalmente l'anima si rifiuterà in un principio di mostrare le sue intimità al suo Superiore; per quel motivo bisogna lasciarla che da sola sperimenti il godimento interno del suo riconoscimento.
Possono passare alcuni mesi in questo lavoro ma questo primo piacere riuscito da solo, riconoscendosi, porterà la confessione sincera, la necessità imperiosa di comunicarsi, di confessarsi, di affidarsi al suo Superiore.

Insegnamento 10: Il Superiore Guida dell'Anima

I Figli che incominciano il Sentiero, e soprattutto se sono giovani che devono ancora definirsi nella vita, non conoscono la sua vocazione.
Il problema vocazionale è la gran responsabilità del Superiore. Egli deve osservare bene i Figli che intraprendono la strada spirituale per sapere se hanno vera vocazione e quale vocazione.
Affinché questo sia possibile il Superiore farà che essi riconoscano la necessità di rimanere in una tranquilla ed attenta aspettativa, nel posto e nella posizione in cui la provvidenza li ha ubicati, perché è questo l'unico mezzo affinché la vocazione vera si manifesti.
I giovani si credono chiamate a compiere una missione e questi stati interni, invece di essere vere vocazioni, sono la predisposizione naturale dell'età, dell'ambiente e delle aspirazioni individuali. La vocazione si manifesta gradualmente. Solo in alcuni casi straordinari si manifesta improvvisamente.
La maggioranza delle volte, la chiamata vocazionale graduale si manifesta per tre gradi:
Il primo è la chiamata vocazionale dell'adolescente; è la prima manifestazione od sentimento di riconoscimento dell'individualità dell'essere.
Il giovane ha il suo nome e cognome e conosce il punto terrestre a che appartiene, ma quella è un'esperienza completamente esterna, poiché, subito che l'intelligenza incomincia ad agire, incomincia anche a formularsi le prime domande fondamentali: A che cosa sono venuto al mondo? Che cosa sono? Quale è il mio vero nome?
Queste domande sono la necessità imperiosa dell'anima di possedere il suo certificato d’identità spirituale.
Quando questa necessità di identificazione si acutizza o fa crisi produce l'inevitabile scontro dell'adolescente contro la famiglia, contro i metodi che lo sono stato imposto, contro la comunità sociale alla che appartiene.
È una forza che germoglia nel giovane e che forza all'identificazione con qualcosa che gli faccia sentire indipendente.
Questa disubbidienza sempre incompresa per i maggiori, questa lotta delle potenze giovani dell'anima contro le onde mentali indurite di già i formati, ha attraverso l'idealizzazione, un aspetto vocazionale. Germoglia attraverso l'adesione del Figlio ribelle ad un'idea o una corrente nuova e male guardata per i vecchi conservatori.
A volte questa vocazione giovanile non è un ideale, bensì un semplice gusto che diventa mania, e è un modo affinché le gioventù consumino le sue energie. Il ballo, i divertimenti, le passeggiate, gli sport, ed i giochi.
Il Superiore intelligente vedrà che c'è un processo di questo in tutti i giovani, questa disubbidienza vocazionale che li aderisce a qualcosa che essi credono il suo ideale o la sua fine e non modificherà questo stato dell'anima in forma radicale, ma abituerà all'anima a stare lì, quieta, attenta, in attesa.
Quindi cercherà di depositare in questa anima un nuovo centro di attrazione affinché sia in questo nuovo centro dove ella rovesci ora la sua espansione, ma come centro della sua conquista e non cessione degli altri.
È allora che si effettua la seconda chiamata vocazionale, la vera chiamata.
L'adolescente, libero degli intoppi della sua personalità soffocata, dentro un campo di azione dove si espande e vive di per sé, nasce, o è come se nascesse a nuova vita.
È qui che sente la sua vera chiamata. Ha la pienezza della vita nelle sue mani, ha la mente tranquilla ed il cuore tranquillo, sente quello che è, sa quello che vuole arrivare ad essere e se può arrivare a realizzarlo.
È una chiamata intima dell'essere, un desiderio di creazione: creare qualcosa come espressione intima dell'essere per raggiungere la felicità.
È qui che il Superiore deve portare ai Figli con mano forte affinché delle fantasie sorga l'immagine che deve determinare tutta la vita integrale del giovane. Potrà dopo il giovane trionfare o fallire, ma questa chiamata vera e reale sarà sempre per lui come un nord e, ancora se apparentemente fallisse, si avvarrà del suo fallimento per tornare ad alzarsi e seguire durante il tragitto della vita.
Quando il Figlio sa quello che vuole ed allora quello che vale arriverà al suo cuore la vera chiamata, la chiamata spirituale, la chiamata di liberazione.
Il Superiore deve sperare attentamente questa ora di Dio per portare con mano forte al Figlio per il sentiero unicamente spirituale.
Precipitare questo stato nello stato di animo del Figlio, o ritardarlo, sarebbe altrettanto cattivo.
È questo la chiamata vocazionale che conduce alla vera vita spirituale che si manifesta nell'anima dopo che si è riconosciuto a sé stessa e dosato le sue possibilità, comprovando la transitorietà e vanità delle cose del mondo.
È questa una necessità intima di arrivare alla vera espansione, di fare della cosa spirituale il centro della sua anima dal quale tutte le altre cose derivano.
A volte questo stato intimo di espansione non può essere controllato e l'anima, se non è ben diretta, può perdersi in un sonno di irrealtà.
Il Superiore è quello che vigila questo stato di animo, questo momento algido.

 

Insegnamento 11: Il Superiore come Direttore Spirituale

I Figli che incominciano il Cammino Spirituale e non hanno un Direttore Spirituale determinato prendono implicitamente al suo Superiore come Direttore Spirituale.
Il Superiore deve osservare gli stati fisici del Figlio affidato a lui. Deve formare esseri perfetti e procurare che nel Figlio armonizzino la vita fisica con l'intellettuale e lo spirituale.
L'anima vuole identificarsi colla Divinità, ma il corpo, poiché è il tempio dello spirito, deve trasformarsi anche. Il corpo non può essere nemico dello spirito, sempre in lotta e divergente, bensì deve essere un fattore di stimolo ed aiuta per la trasmutazione spirituale.
L'imperfezione di certe anime, l'impossibilità che manifestano per realizzare certe esperienze ascetiche, sono molte volte nient'altro che manchi di salute fisica.
Il Superiore come Direttore Spirituale deve conoscere le imperfezioni della carne dei suoi Figli, e deve conoscere anche le macchie dell'anima. Deve studiare se queste sono anomalie congenite, frutto di eredità, malattie organiche e come curarli affinché non siano un disturbo per l'anticipo spirituale. Non deve attenersi unicamente alle malattie fisiche, ma anche alle malattie nervose e spirituali che sono tanto correnti.
Anche il Superiore deve studiarli distintamente, perché a volte queste malattie fisiche o spirituali sono un prodotto dello svolgimento mistico dell'essere e dovrà procurare che i Figli li sopportino con pazienza. Conoscerà gli unisci e le altre per il frutto che danno nell'anima, poiché la malattia karmica che deve essere eliminata ostacola l'anticipo spirituale, mentre la malattia mistica e data per Dio per la santificazione dell'anima, stimola e favorisce la virtù.
Neanche dovranno vedere i Superiori nelle malattie dei Figli, se non sono molto gravi, un impedimento affinché essi seguano nel cammino spirituale.
La missione straordinaria dei Superiori è specialmente questa: portare ai Figli, nonostante tutto, alla perfezione.
I difetti fisici molto gravi devono essere molto considerati ed analizzati.
Per dirlo con chiarezza, la maggioranza degli esseri giovani hanno anomalie congenite poiché attualmente, nella maggioranza dei casi quelli che vengono al mondo pagano il tributo di un’Umanità incolta che non ha concetto reale rispetto alla santità del matrimonio e della concezione.
Dopo il matrimonio le passioni sessuali, invece di essere attenuate, sono ravvivate per una mancanza di retta orientazione. Il matrimonio è una lotta costante di passioni invece di essere un altare di pace e rispetto; è impossibile che le basse passioni proporzionino corpi begli ed equilibrati agli esseri che vengono ad abitare in essi.
Le passioni sessuali si trasmettono incoscientemente ai figli e le sue influenze rimangono lì sedimentando negli anni di adolescenza, trasformandoli in un problema ed in un complesso.
Il Superiore deve essere soprattutto un osservatore attento. Deve lasciare che il Figlio parli e si confessi. Attraverso le parole del Figlio troverà la soluzione ai suoi problemi. Ottenere che il Figlio parli è alleviarlo nei suoi mali e preoccupazioni. Deve procurare che il Figlio parli della sua famiglia e, per le malattie della stessa, conoscerà le malattie che potrebbe soffrire.
In molti casi, prima di diventare responsabile di una vocazione, converrebbe anche una diagnosi medica, soprattutto per quelli Figli che hanno dimostrato avere una super-sensibilità nervosa.
Naturalmente il Superiore non realizza in un giorno questo processo di osservazione che è frutto di un'analisi costante.
Egli diffidi di quelli che hanno sempre malinconia, perché questo indica che essi necessitano più che una vocazione spirituale uno sfogo sentimentale.
Non ammettano nei Figli le idee fisse né persistenti, come quando dicono che non possono lavorare che non possono studiare o che sono inibiti per realizzare certi atti. Questi sono cattivi che se non si correggono immediatamente portano alla rovina.
Ma l'analisi costante del Superiore sulle anime può trasformare e fare tutte esse adatte per la vita spirituale.
La vita spirituale poggia sulla vita psichica e questa nella vita fisica, ed il Superiore che non serve l'armonia del corpo e dell'anima dei Figli non potrà mai riuscire che siano esseri perfetti.
Quando i Figli hanno un Direttore Spirituale determinato, il Superiore ha l'obbligo di mettersi in contatto con lui per conoscere ancora lo stato di coraggio del Figlio in termini generali, senza entrare nei dettagli di confidenza, per poterlo orientare ed avviare verso suo vero cammino di Realizzazione Spirituale.

 

Insegnamento 12: Il Lavoro dell'Oratore

La caratteristica della missione di Cafh nelle anime è l'Insegnamento.
Realizza in esse il bene del suo riconoscimento interno, della sua santificazione, specialmente tra le anime dei giovani.
Questa realizzazione è un riconoscimento intimo dell'anima che le fa partecipare alla pienezza della vita scoprendo la sua vocazione.
Gli Oratori devono essere veri portatori dell'Insegnamento.
Essi devono stimare la grazia che portano con sé di essere portatori di questi beni supremi.
Cafh fa allora i suoi Figli partecipare alla sua vita spirituale intima; ma, che cosa è per il mondo ed ancora per gli stessi Figli, vita spirituale?
Ci sono molte religioni, filosofie, organizzazioni spiritualistiche che non passano di essere quasi sempre concetti puramente ideologici irrealizzabili, poiché non sono più che una proiezione dei suoi desideri ed aspirazioni.
La vita spirituale non è ideologia, non è fantasia della mente, né è in sé una proiezione di qualcosa intima verso la cosa esterna, bensì è una partecipazione ancora piccola ma intima, essenziale e vera dell'anima con tutto quello ch’esiste.
La vita spirituale è la vita propria dell'uomo, è l'espressione dell'ideale che trasforma nel mondo ogni modo di vivere.
L'anima, tramonto in contatto colla vita spirituale, l'esige tutto della sua guida, vuole le sue esperienze e le realizzazioni del suo ideale. Tuttavia, con questa esigenza l'anima penetra nell'anima dell'Oratore e stabilisce di per sé un canale che gli fa possibile che egli trasmetta l'Insegnamento.
L'Oratore dovrà costantemente mantenere vivo ed aperto questo canale tra lui ed il Figlio.
L'Oratore dovrà fare il bene, comunicare il suo insegnamento senza importargli il destino dell'anima e senza osservare se ella seguirà o non seguirà nel sentiero.
Egli dovrà mostrarsi da un principio capace di comunicare l'Insegnamento con una base ferma, propria e sicura. Questo metodo sarà la base di tutta la vita spirituale futura del Figlio.
Questi concetti fondamentali li accrescerà l'Oratore con uno studio delle anime attraverso il suo contatto con esse.
Egli cercherà di conoscere i complessi psicologici del Figlio che gli è stato affidato.
Non può portarsi ad un'anima fino al cielo se prima ella non rifiutò la sua borsa di pane di povero, se ella non recupera la sua tranquillità e calma interna, se è carica di complessi di ogni indole, psicologici, fisiologici, morali o ancestrali. Per le domande che l'anima fa all'Oratore questo si trasformerà in investigatore attento e, attraverso esse, conoscerà il livello del suo stato interiore.
L'Oratore si presenterà all'Insegnamento con una formazione culturale adeguata delle materie che tratta. Per la formazione culturale di lui gli Insegnamenti riscuotono la lucentezza della cosa universale, prendono vita per la descrizione dei luoghi determinati e per gli esempi ed immagini narrate.
Egli avrà sempre a mano esempi grafici e simbolici per illustrare l'Insegnamento, e concetti adeguati per rispondere alle anime quando questi glielo sollecitano.
La personalità dell'Oratore deve essere innanzitutto fedele espressione dell'Insegnamento di Cafh che lo colloca in quello stato divino che gli fa ricettore e trasmettitore dell'Insegnamento. Ma l'Oratore, a parte questo stato divino, può aumentare naturalmente la sua personalità attraverso la sua espressione di Rinunzia.
Questo del seguente modo: avere influenza sulle anime senza farsi notare, stare sempre presente senza apparirlo, sapere imporsi senza usare la sua autorità.
L'Oratore, non facendosi notare, si spoglia della sua formazione razziale. È come se egli si dimenticasse realmente di suo io per farsi unicamente l'Oratore. Lontano della funzione sociale che svolge nel mondo e delle sue credenze religiose, l'Oratore vive unicamente attraverso l'espressione di Cafh.
L'Oratore, non facendosi sentire, lascia nella mente e nel cuore dei Figli i concetti fondamentali dell'Insegnamento lasciando che il tempo e che il riconoscimento interno che li andrà possedendo a poco a poco, dia i suoi frutti. Per quel motivo non usa sempre ugualmente la pressione sistematica, né l'insegnamento, né l'applicazione di determinati modismi, bensì l'Oratore sta sempre lì, assente di sé stesso e dandosi impersonalmente alle anime.
L'Oratore, non facendosi autorità, accresce la valutazione dell'autorità divina che gli è stato concessa ai Figli e debilita fino ad annullarle l'autorità terrena. L'Oratore si cede a sé stesso e trova l'autorità reale.
L'Oratore deve essere paziente e dinamico, fermo e tollerante, buono e giusto.
L'Oratore colla pazienza riesce a penetrare a poco a poco nell'anima. Si sa positivamente che il Figlio non apre immediatamente il suo cuore. È necessaria la pazienza dell'Oratore che aspetta giorno dopo giorno, ma dinamicamente e senza stancarsi, fino a penetrare nell'anima e possederla.
L'Oratore deve essere fortemente nei suoi concetti e nelle sue espressioni, senza cambiamenti e senza titubanze. Se egli versa un concetto, deve mantenerlo e sostentarlo contro ogni critica. Se si vedesse forzato ad entrare in un'analisi ispirata in problemi sui quali non ha dominio, dovrà avvalersi di tutti i mezzi per mantenere la sua posizione. L'anima sempre deve essere sicura che il suo Oratore ha l'alimento spirituale ch’ella cerca e necessita, ed all'ora adeguata.
Ugualmente l'Oratore deve essere tollerante coi più lenti ed incapaci, e con quelli che mancano adattamento all'Insegnamento.
L'Oratore deve essere positivamente buono, ma di quella bontà serena e giostra che non ammette debolezze. Egli deve cedersi all'anima in un concetto di comprensione. Deve portare all’anima ed al suo cuore la luce mediante non solamente la sua conoscenza, bensì il caldo del suo sentimento.
La più piccola parola detta con amore acquisisce un valore infinito agli occhi e l'opinione del Figlio che l'ascolto.
Allora l'Insegnamento si trasforma in fonte di vita e Realizzazione Spirituale.

 

 Insegnamento 13: Esposizione dell'Insegnamento

L'Oratore deve avere una preoccupazione costante affinché l'esposizione dell'Insegnamento abbia un risultato efficace e positivo.
Egli deve presentarsi all'Insegnamento colle conoscenze delle stesse e con un'idea esatta di quello che espone e di come l'espone.
È necessario che egli abbia un metodo determinato e personale affinché l'Insegnamento riscuota una forza viva ed attuale. L'Oratore deve conoscere innanzitutto bene il testo dell'Insegnamento. Deve avere del testo non solo la conoscenza della lettura e dello studio dello stesso, bensì la sua conoscenza profonda. Deve sapere distinguere chiaramente quando il testo si riferisce ai concetti fondamentali ed invariabili della dottrina di Cafh o quando espone concetti generali.
Cafh, sebbene non imponga ai Figli determinate credenze, a parte l'idea unica della necessità indispensabile dell'unione dell'anima con Dio per la realizzazione interiore e la Rinunzia, ha i suoi concetti fondamentali e fermi che tutti i Figli rispettano invariabilmente, sia per comprensione, sia per adesione.
È indispensabile che i Figli, ancora rispettando e conoscendo le teorie e dogmi di altre filosofie, si mantengano fermi nella sua cittadella come punto di partenza e di appoggio.
L'Oratore deve conoscere molto bene i concetti fondamentali di Cafh per sapere fare differenze tra questi e gli altri concetti generalizzati.
Egli sarebbe un improprio Oratore se portasse all'Insegnamento concetti acquisiti attraverso la lettura di libri che espongono idee affini a quella di Cafh senza sapere distinguere le sfumature che li distinguono dalla stessa.
Deve sapere fare differenza, allora, tra la dottrina di Cafh e le altre dottrine, ed avere specialmente concetti ben chiari e definiti sui concetti di eternità, divinità, azione e reazione, divenire ed ascetica.
L'Oratore deve definire i concetti fondamentali di Cafh in forma continuata, ripetutamente, affinché si imprimano nella memoria del Figlio. Deve insegnare come estrarre dell'Insegnamento le definizioni che il testo espone.
L'Oratore nel suo discorso sui concetti sostanziali dell'Insegnamento deve avere un metodo di esposizione fedele e rigorosa, senza allontanarsi la cosa minima della stessa. Ma nei concetti circostanziali e derivati dell'insegnamento descrittivo, deve avere un metodo tutto proprio ed originale. Sostiene l'Insegnamento colla base fondamentale della dottrina, ma tutto quello che circonda alla stessa lo dà sempre di un modo nuovo, adattato alla circostanza, alla capacità dei Figli che l'ascoltano, al suo stato di animo e sentimento interiore ed ancora influenzandolo con gli avvenimenti evolutivi del momento in cui li espone.
L'Oratore deve procurare che l'anima siede che si sta arricchendo al ricevere l'Insegnamento che siede che un nuovo valore ed una nuova potenza morale e concettuale si forma nella sua anima per la stessa.
Quanto più faccia l'Oratore per fomentare nell'anima questo concetto di un costante arricchimento più otterrà in lei il rafforzamento della sua educazione spirituale.
L'Oratore deve avere sempre nell'esposizione risorse nuove e non ripetute dello stesso modo.

 

Insegnamento 14: I Beni Intrinseci di Cafh

Cafh non ha possessi estrinseci; tutto quello che è necessario per il sostegno e sviluppo delle Opere di Cafh ad esse sole appartiene loro; ancora gli stessi attributi e scritti di Insegnamenti sono appartenenze private dei Figli e non appartengono a Cafh.
Cafh possiede solo beni intrinseci e questo che non ha senso in sé come legislazione poiché, dove niente è niente bisogna controllare, ha un senso effettivo e diretto come dottrina.
Cafh vuole sempre portare i risultati delle cose ad un campo illimitato, vuole trasformare tutta necessità e restrizione umana in un risultato divino incalcolabile.
Cafh possedendo solo beni intrinseci fa che il Figlio assente i suoi sforzi sui beni reali che sono solo i beni magnetici, mentali, spirituali, spirituali immanenti. Ancora come risultato umano, Cafh, Rinunziando ai beni estrinseci per i beni intrinseci mette nelle mani dei Figli un'incalcolabile fortuna di beni materiali per offrire agli uomini.
Cafh insegna così continuamente ai Figli a trasportare i valori acquisiti, immediati, conosciuti e composti, ad un campo magnetico superiore dove essi si trasformano in valori tramutati, spaziali, sconosciuti, centuplicati, semplici.
Ancora le Opere di Cafh che hanno bisogno di beni estrinseci per il suo svolgimento e li possiedono dentro il termine comune della legge di proprietà, dottrinariamente non deve possedere quelli beni, bensì usarli. Questo sempre fino a che gli stessi rappresentino una figura, dentro la società costituita, del punto magnetico locale attorno al quale si districa l'Opera di Cafh. Quando questo fattore ha compiuto il suo lavoro in un determinato posto, può essere che l'Opera di Cafh lasci completamente l'uso di quello bene nelle condizioni che i suoi dirigenti lo credano necessario.
Allora, tutti i possessi che le Opere di Cafh usano per il suo svolgimento, hanno solo per esse un senso di usufrutto fino a che servono da punto di riferimento per il suo svolgimento esteriore come punto di contatto tra le anime e Cafh e per le possibilità di svolgimento esteriore di dette Opere.
Ancora se qualche Figlio non fosse bene cosciente di questo bene ed usasse i beni delle Opere di Cafh in un senso troppo personale e con carattere possessivo, questo in niente inciderebbe sul lavoro delle Opere di Cafh. Esse sono vivificate per Cafh e Cafh è un Corpo Mistico dentro il quale il Figlio e le Opere di Cafh rimangono, ma che non dà la realizzazione né al Figlio né le Opere, poiché la realizzazione essi la raggiungono coi suoi mezzi, non attraverso un atto magica confraternita, bensì attraverso un atto divino umano.
Si conoscerà se le Opere di Cafh compiono la sua commissione in quello senso per i risultati, poiché le Opere che manterranno il senso stretto del solo uso dei beni avranno una moltiplicazione di sé nell'aspetto estetico, dinamico ed espansivo. Sarebbe il contrario se avesse solo risultati cumulativi, restrittivi e burocratici.
Cafh, possedendo solo beni intrinseci, propone al mondo l'unica soluzione possibile per i mali economici che si basa sul Messaggio della Rinunzia.
I beni che si guardano per la corretta distribuzione nel momento opportuno sono fonte di ricchezza per gli uomini; ma i beni che si accumulano per speculazione sono causa di miseria per il mondo.
Avere senso della Rinunzia come ben sociale non è dare niente, bensì trasformare in beni intrinseci, reali, la cosa eccedente, e trasformarlo in fonte di ricchezza futura per uno e per tutti, colla conseguente eliminazione della povertà, l'infamia, la mendicità.
Rinunziare ai beni estrinseci per i beni intrinseci è uno spostamento dei valori immediati nel tempo e nello spazio, ad un campo magnetico dispositivo e dinamico. L'uomo d'affari sa ancora che il guadagno vero di un'attività non è guadagnare denaro, bensì creare un cliente.
Non è il senso di possesso la causa della miseria del mondo, bensì il senso di possesso unilaterale l'unico male. Inoltre, questa dottrina non è per essere spiegata bensì per essere vissuta.
L'acquisizione dei beni intrinseci, tuttavia, non è un bene di Rinunzia, bensì un passo per lo Stato di Rinunzia.
La Rinunzia ai beni materiali per sé dà il possesso di beni magnetici, del’anima, spirituali immanenti e l'uso ininterrotto dei beni materiali.
Ancora i beni intrinseci, in una tappa di perfezione futura che scappa già alle portate dal Regolamento di Cafh, dovranno essere tramutati in altri beni, beni soprannaturali dei quali non si conosce ancora il nome.

 

Insegnamento 15: Tempo Dimensionale e Tempo Espansivo

Rinunziare è vivere.
Rinunziare è trascendere il tempo dimensionale per rimanere espansivamente nel tempo in sé.
Naturalmente questa affermazione non ha senso bensì attraverso l’esperienza viva della stessa. Per il Figlio il senso del tempo è l'istante presente che abbraccia il passato ed il futuro, secondo l'intensità espansiva dinamica dello stesso Figlio.
Il tempo dimensionale traccia una traiettoria positivamente reale che incomincia e finisce; l'anima concorde col tempo dimensionale, incomincia e finisce; ma se l'anima, per l'atto volontario della Rinunzia rimane in sé, non va né viene, non incomincia né finisce; è in sé; non è concorde col tempo dimensionale; è il tempo in sé.
La Rinunzia libera intellettualmente all'anima del tempo dimensionale. Subito che l'anima comprende l’illusorietà di tutte le cose, il suo atteggiamento mentale cambia il percorso unilaterale le sue onde mentali; semplicemente cambia modo di pensare, non si identifica continuamente coi suoi pensieri che sono per l'anima le rotaie per dove corre il tempo dimensionale.
La Rinunzia libera sensibilmente all'anima del tempo dimensionale.
Le anime usano la maggioranza del suo tempo in servire le sue necessità vegetative, istintive e razionali; a questo lo chiamano essere liberi, conoscersi meglio, fare quello che piace loro o no.
Questo non è più che farsi schiavi del tempo dimensionale determinato per la tirannia delle molte personalità che è dotata l'anima. Per la Rinunzia l'anima si libera delle sue volontà che l'hanno continuamente occupata in percorrere i multipli cammini secondari per esse tracciati.
Per la Rinunzia la mente vegetativa, sensitiva, razionale, compie automaticamente la sua commissione, non può interferire già nella mente superiore.
Per la Rinunzia la mente rimane in sé concentrata, egoentemente, fuori del tempo dimensionale, nel possesso del tempo in sé. Non cambia il suo sentimento, bensì il suo sentimento unico si espande sempre di più, continuamente.
La Rinunzia libera finalmente all'anima del tempo dimensionale per la permanenza dell'anima nell'estasi del tempo in sé, Unione Sostanziale colla Divina Madre.
La Rinunzia in sé la riescono i Figli per l'ascetica mistica della Rinunzia attraverso i voti, l'Insegnamento ed il compimento del Regolamento e le norme stabilite.
Il primo atto ascetico di Rinunzia che realizza il Figlio è il giuramento ed il voto di Rinunzia che lo limita dentro il Raggio di Stabilità della sua Tavola, e della sua anima. Il primo Insegnamento che riceve è quello di tacere ed ascoltare la voce dei Maestri che lo fermano e mantengono fermo in un atteggiamento in attesa. La prima norma che gli è data è un quotidiano metodo di vita che lo lega al tempo. In questo senso in questo primo atto ascetico, legarsi al tempo per liberarsi del tempo sta durante il tragitto il segreto del successo Ascetico Mistico della Rinunzia.
Si vince al tempo dimensionale identificandosi con lui, non di una maniera dipendente, bensì trasformandolo in sé. Assorbendo al tempo si cancellano le linee, molto tese, o molto flosce, della dimensione, e per intensità di vissuto l'istante fugace si tramuta nell'ora eterna; il tempo dimensionale si trasfigura nel tempo espansivo, incommensurabile.

 

Insegnamento 16: Trasmissione del Messaggio della Rinunzia

Il Messaggio della Rinunzia si trasmette nel silenzio.
Il silenzio rinchiude il Figlio nel Radio di Stabilità, lo stringe come un orologio alla routine della vita e l'adatta, per rigidità esterna ed immobilità interna, al ritmo automatico dell'esistenza. La permanenza addentra al Figlio nel suo cuore fino a che scopre lì il Cuore Celestiale della Divina Madre e la sua presenza si fa presenza.
Dal suo cuore egoente la presenza del Figlio acquisisce proporzioni immense, incommensurabili; è la responsabilità della presenza, è l'espansione della presenza, è la presenza di tutte le presenze.
Il Figlio per presenza conosce ed insegna il Messaggio della Rinunzia a tutte le anime, mettendosi in contatto con tutte esse, conoscendo i problemi di ognuna di esse.
Il Messaggio della Rinunzia si trasmette alle anime colla Fedeltà.
La Fedeltà dà al Figlio la resistenza flessibile ed elastica che gli permette di dilatarsi fino alla cosa infinita. Il Figlio per la Fedeltà che è la pratica costante ed ininterrotta dell'Ascetica di Cafh, si sottomette al Regolamento, attraversa le diverse categorie delle Tavole e dei Voti, sperimenta i diversi aspetti ed alti e bassi dell'esperienza spirituale senza alterarsi, pazientemente, praticando e perseverando nel compimento delle virtù negative e di tutti i doveri interni ed esterni della vita spirituale, distrugge i suoi corpi e personalità, e costruisce il suo Corpo di Fuoco.
Il Figlio per la sua resistenza sovraumana di Fedeltà diventa partecipante. Il Figlio condivide tutte le deficienze, di tutte le necessità, di tutte le allegrie ed i mali delle anime del mondo; partecipa ancora allo stato di maggiore o minore pienezza delle anime che furono o saranno.
Il Figlio per partecipazione pratica e fa praticare il Messaggio della Rinunzia a tutte le anime dilatandosi dentro tutti i campi, di tutti i tempi e di tutte le cose.
Il Messaggio della Rinunzia si trasmette ubbidendo.
Il Figlio ubbidendo preme il suo centro del vuoto e si libera della schiavitù delle sue multiple personalità.
L'Obbedienza fa al Figlio dipendente dei suoi doveri, dei suoi Superiori; il Figlio, rispondendo ad una sola istruzione, acquisisce l'abitudine continuata di controllare e conoscere alle sue multiple personalità e rimanere nella conoscenza dell'essenza di sé, del proprio centro del vuoto.
L'Obbedienza stabilisce un piano di armonia tra l'essere del Figlio e le sue multiple personalità. L'essere è il padre e le personalità i figli che agiscono di comune accordo.
L'Obbedienza fa che il Figlio agisca continua e coscientemente di accordo a suo proprio essere; le multiple personalità sono assorbite in lui; agiscono per la sua iniziativa, senza quasi farsi notare; l'amante e l'amato sono una sola cosa. Il Figlio sopprime per obbedienza le teorie che impediscono di conoscere il segreto della cosa assoluta e della cosa relativa, e concede la conoscenza della doppia legge dell'essere e del non essere, unendo reversibilmente le due punte del filo in una sola verità.
Il Figlio, ubbidendo, vive il Messaggio della Rinunzia e dà vita di Rinunzia a tutte le anime.
Il Messaggio di Rinunzia si trasmette offrendosi, immolandosi, consumandosi.
Il Figlio che vive in Unione Sostanziale colla Divina Madre non può trascendere nella totale pienezza se con lui non trascendono tutte le anime.
Il Figlio vive divinamente, ma offrendosi per la redenzione di tutte le anime. L'amore delle anime non redente il consuma, la sua vita è un olocausto per riuscire la liberazione di tutte le anime.
Più perfezione è dare perfezione.
Il Figlio è il Messaggio della Rinunzia in tutte le anime.
Il Messaggio di Rinunzia si trasmette per perpetuità fino al fine dei tempi.
Il Figlio non è di questo mondo, la sua vita di Rinunzia è tutta di Unione, è tutta Divina; divinamente unito nel Cuore Celestiale della Divina Madre con tutte le anime.
Il Figlio non trascenderà fino a che le anime alle quali si è votato, fino a che tutte le anime, non siano liberate.
Il Figlio è in sé e nelle anime Testimone Semplice del Messaggio della Rinunzia.


INDICE

Insegnamento 1: Il Messaggio della Rinunzia
Insegnamento 2: Questo è il Regolamento
Insegnamento 3: Riunione di Anime
Insegnamento 4: Il Corpo Mistico
Insegnamento 5: L'Amore nei Voti
Insegnamento 6: La Legge della Rinunzia
Insegnamento 7: La Religione Universale
Insegnamento 8: La Fede
Insegnamento 9: Il Superiore di fronte all'Anima
Insegnamento 10: Il Superiore Guida dell'Anima
Insegnamento 11: Il Superiore Come Direttore Spirituale
Insegnamento 12: Il Lavoro dell'Oratore
Insegnamento 13: Esposizione dell'Insegnamento
Insegnamento 14: I Beni Intrinseci di Cafh
Insegnamento 15: Tempo Dimensionale e Tempo Espansivo
Insegnamento 16: Trasmissione del Messaggio della Rinunzia

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